Tu sei qui: CronacaScala, sequestrata altra elisuperficie abusiva. Era occultata in località Senite
Inserito da (redazionelda), martedì 2 agosto 2016 19:54:25
Nuovo sequestro edilizio a Scala da parte dei Carabinieri di Ravello. A una settimana dai sigilli posti all'eliporto di San Pietro, a conclusione di ulteriori attività info-investigative, in seguito a denunce, un'altra piazzola per l'atterraggio e il decollo di elicotteri è stata scoperta dai Militari.
Si trova in località Senite, nella zona interna della città del Castagno, ben occultata tra la ridente vegetazione: anche in questo caso, un fondo a destinazione agricola era stato trasformato in elisuperficie (decisamente meno organizzata rispetto all'altra) che consentiva l'atterraggio e il decollo di elicotteri privati per lo più turistici.
Anche questo punto di atterraggio, di circa 400 metri quadrati, sopperiva al tradizionale scalo garantito dal campo sportivo comunale da oltre un anno in fase di ristrutturazione.
Sul posto i Carabinieri coordinati dal maresciallo Procolo Chiocca, insieme a personale tecnico del Comune di Scala, hanno riscontrato la presenza di piccole opere edili abusive finalizzate allo scopo. Sottoposta l'area a sequestro preventivo, il proprietario è stato denunciato all'Autorità Giudiziaria per violazioni in materia urbanistica e paesaggistica.
AGGIORNAMENTI del 3 agosto
E' stata dissequestrata in meno di ventiquattro ore la piazzola per l'atterraggio di elicotteri sequestrata ieri dai Carabinieri a Scala, in località Senite.
Questa mattina il Pubblico Ministero Catia Cardillo ha esaminato i verbali prodotti dai Militari della Stazione di Ravello: pur convalidando il sequestro operato d'urgenza, ha ritenuto che non vi è stato un mutamento di destinazione d'uso a carattere permanente.
Il legale dei proprietari del fondo, l'avvocato Giuseppe Della Monica, ha dimostrato che l'attività sull'area è rimasta limitata all'occasionalità, cioè dei cento atterraggi l'anno e che lo spazio non disponeva di opere (eccezion fatta per il cerchio tracciato sul selciato in asfalto) che consentivano attività di carattere permanente. Non un eliporto attrezzato, quindi.
Per questi sostanziali motivi il magistrato ha emesso decreto di restituzione dell'area al legittimo proprietario che potrà continuare a svolgere la propria attività nel rispetto delle leggi vigenti.
Fonte: Il Vescovado
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