Tu sei qui: CronacaScandalo carni, in libertà anche Gennaro Carusone
Inserito da Il Mattino (admin), martedì 4 febbraio 2003 00:00:00
Carni infette sulle tavole dei consumatori dell'intera provincia: il Tribunale del Riesame dice sì alle scarcerazioni. Tornano liberi Gennaro Carusone e Giuseppe Esposito. Sembra sgonfiarsi improvvisamente l'inchiesta che due settimane fa aveva portato dietro le sbarre 12 persone, di cui 3 in carcere e 9 agli arresti domiciliari. Nella tarda serata di ieri, infatti, il Tribunale del Riesame di Salerno ha emesso l'atteso verdetto, disponendo l'immediata scarcerazione del commerciante di bestiame Gennaro Carusone, di Cava de' Tirreni, e di Giuseppe Esposito, proprietario di una stalla a San Valentino Torio. Per i magistrati salernitani non sussistono, quindi, elementi che rendano necessaria la permanenza in cella degli indagati. Le scarcerazioni di ieri sera seguono di qualche giorno quella di Giuseppe Carusone, figlio di Gennaro, spedito agli arresti domiciliari dal Gip del Tribunale di Nocera, Domenico Diograzia che aveva revocato anche il provvedimento restrittivo a carico di Carmela Vitale, moglie di Giuseppe Esposito, la quale detenuta ai domiciliari sin dal principio, era stata autorizzata a lasciare la propria abitazione per recarsi a lavoro. Questo, allo stato, il quadro giudiziario di una vicenda che ha suscitato enorme scalpore tra i cittadini dell'intera provincia di Salerno. I contenuti dell'ordinanza di custodia cautelare, a tratti, sono addirittura allucinanti. Si parla di animali (bovini e suini nella fattispecie) affetti da gravi infezioni, come la malattia vescicolare suina o la Bse, il famigerato morbo della "mucca pazza". In alcune intercettazioni telefoniche, inoltre, si fa riferimento a capi di bestiame addirittura già morti, "addormentati" come usavano dire i "signori della macellazione clandestina", portati al macello ed immessi, poi, sul mercato in forma di succulente bistecche. Non rari, infine, i casi di animali affetti da patologie allo stato terminale, imbottiti di farmaci a base di cortisone per permetterne la macellazione prima dell'inevitabile decesso. Tutte circostanze che i giudici della Procura nocerina, insieme ai Carabinieri del Nas di Salerno, approfondiranno ulteriormente nel corso di un'inchiesta che appare tutt'altro che conclusa. Nel frattempo, la paura dei consumatori non tende a diminuire. Un atteggiamento che potrà affievolirsi nel corso dei prossimi mesi, ma che sta già creando danni ingenti a chi ha sempre lavorato onestamente, al di fuori di scellerati traffici.
CONTROLLI A TAPPETO NELLE STALLE CAVESI
In corso vari sopralluoghi negli allevamenti delle colline metelliane. I consigli di Aldo Trezza, presidente della Confesercenti, ai consumatori
Controlli nelle stalle e negli allevamenti metelliani. Dopo la maxi inchiesta sulla macellazione, che ha portato in carcere allevatori e veterinari cavesi, continua l'ondata di sopralluoghi, decisi dalla Forze dell'ordine e dal Dipartimento di Veterinaria dell'Asl Sa 1, per scoprire eventuali irregolarità nella macellazione e rivendita di capi di bestiame. Nel mirino, al momento, alcuni allevamenti delle colline metelliane. A finire sotto la lente degli investigatori sono le condizioni igienico-sanitarie delle cosiddette "stalle da sosta", lo stato del bestiame e, in particolare, i certificati in possesso degli allevatori. Intanto, Aldo Trezza, presidente della Confesercenti, nonché gestore di una macelleria, lancia un appello ai consumatori cavesi: «Occhio all'etichetta, diffidate dagli allevatori improvvisati e dalle vendite a domicilio. Per essere sicuri della qualità della carne, bisogna conoscerne la provenienza. In tutte le macellerie, la carne in vendita deve avere il suo codice di rintracciabilità. In parole povere, quella carta d'identità che indica la provenienza, il codice della stalla dove è stato allevato l'animale, la data di macellazione. Tutte informazioni che rappresentano la garanzia di genuinità».
Fonte: Il Portico
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