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Cronaca

"Teatro Senza Rete", il 7 febbraio spettacolo al CUC

Inserito da (admin), mercoledì 4 febbraio 2009 00:00:00

L’Unità Operativa di Salute Mentale Cava/Vietri del Dip. Salute Mentale dell’ASL Salerno 1 e l’Associazione Culturale “Anima Grande” presentano la Compagnia Teatro Senza Rete in “La buffa historia di Don Pasciotto e Stracciapanza”, spettacolo teatrale e musicale in un tempo che si terrà sabato 7 febbraio, alle ore ore 20.30, presso la Sala teatro del Club Universitario Cavese di Cava de’Tirreni.

I protagonisti
Antonio Baldi, Veronica Benincasa, Angela Della Corte, Anna Donnarumma, Giuseppe Galdi, Antonio Manzo, Antonio Pepe, Augusto Petti, Francesco Petti, Maria Sassolino, Stefano Sassolino, Gennaro Valese, Giuseppe Vitolo.

Note di regia
Se un giorno di primavera un comune viaggiatore delle terre desolate e assolate della Spagna, a.d. 1605, avesse incontrato un signore alto, vestito di una improbabile e desueta armatura, in sella a uno spelacchiato ronzino, accompagnato da un’altrettanta curiosa figura di contadinotto paffuto, lo avrebbe di sicuro preso per un originale. Se poi questo stesso viaggiatore avesse veduto questo stesso signore alto apostrofare con linguaggio aulico e minaccioso dei malcapitati mulini a vento come fossero i giganti di chissà quale favola, allora lo avrebbe preso senz’altro per scemo. Ma, per nostra fortuna, lo vide, o credette di vederlo, un viaggiatore non comune, uno scrittore, e lo prese per un poeta. Così sono le cose che appaiono ai nostri sensi, suscettibili di varie interpretazioni a seconda della sensibilità o della volontà del soggetto.

Il misterioso signore alto, che lo scrittore viaggiatore chiamò Dom Quixote o, per noi, Don Chisciotte, ha avuto la fortuna di viaggiare nel tempo oltre che negli spazi sconfinati della Mancia, ed è così giunto a narrare le sue avventure fin negli appartamenti condominiali del XXI secolo o sui teli tesi dei cinematografi, arrivando addirittura a bussare alla porta della U.O.Salute Mentale di Pregiato di Cava de’Tirreni, dove ha incontrato gli attori della compagnia teatrale Senza Rete.

Questi attori hanno la buona abitudine, o il brutto vizio - direbbe il comune viaggiatore - di prendere le storie e di stravolgerle assecondando i propri gusti, desideri, necessità. E così ha fatto con la storia del nostro allampanato signore della Mancia, il quale all’inizio c’è rimasto un po’ male, per dire la verità, e ha manifestato una certa insofferenza, ma poi si è ricordato che, in fondo, anche lui ha sempre preso “assi per figure”, e ha lasciato che la compagnia giocasse con la sua storia, come si gioca con i pupazzi di neve, che si fanno per poi distruggerli e rifarli diversi (ma sempre con la carota al posto del naso).

Così nasce “La buffa historia di Don Pasciotto e Stracciapanza”, quarto spettacolo della Compagnia Teatro Senza Rete, che, come i precedenti, ha alla sua base il gioco dell’improvvisazione teatrale su un canovaccio, che diventa poi testo drammatico. Un copione che quindi è scritto praticamente, e di prova in prova, da tutti gli attori della compagnia. Attori che, dopo due anni di incontri regolari e costanti con gli operatori, vanno acquistando sempre maggiore confidenza con il fatto teatro e sempre maggiore capacità di organizzare al proprio interno ruoli e situazioni della messa in scena.
(Francesco Petti e Giuseppe Vitolo)

Teatro come esperienza umana
“Nun te scurdà ca io songo ‘o pierno principale d’a cumpagnia”. È con questa frase che Antonio, un attore della Compagnia “Teatro Senza Rete”, ha esordito qualche giorno fa mentre stavamo per iniziare le prove del nuovo spettacolo, dimostrandoci così che per lui fare teatro è un esperienza preziosa, attraverso la quale probabilmente è riuscito a trovare una parte di sé, quella parte nascosta, ricca di senso dell’umorismo e capacità di adattamento ai vari ruoli che gli venivano proposti. Le varie esperienze vissute durante il laboratorio gli hanno dato modo di percepirsi ulteriormente rispetto a quella che è la sua quotidianità, creando e consolidando, attraverso il gioco del teatro, delle altre realtà che oggi rappresentano per sé un bene prezioso.

Il laboratorio espressivo-teatrale del Centro Diurno di “Villa Agnetti”, ormai a più di due anni di attività, ha rappresentato una grossa sfida per noi operatori, inizialmente ancora inesperti della forte possibilità di interazione tra psichiatria e teatro. Ma oggi, grazie al sostegno e all’aiuto di chi opera in questa struttura e nelle sedi centrali del DSM e dell’ASL, e grazie agli “attori” con il loro costante impegno, capacità di apprendimento e forte motivazione ad andare avanti e sperimentare, siamo arrivati - proprio come una vera compagnia teatrale - al quarto spettacolo, ottenendo risultati che vanno di gran lunga al di là delle aspettative di partenza. Sono stati tutti spettacoli diversi, ognuno con una sua struttura ben precisa, che hanno richiesto capacità di elaborazione e attitudine ad entrare in ruoli sempre più elaborati e complessi.

In questi anni c’è stata una crescita, non solo dal punto di vista della tecnica teatrale, ma anche di quello delle dinamiche di gruppo che man mano si sono affermate: forte senso di unione, condivisione, ascolto, capacità di relazionarsi all’altro, di rispettare l’altro da sé, unitamente alla comprensione, da parte di tutti, del non sentirsi soli, dello “stare bene insieme”, accomunati da una medesima trama, in questo caso, l’amore per il teatro.
È mediante la capacità di improvvisazione e “il far finta di”, che ognuno mostra il proprio grado di scissione tra ciò che è e ciò che vorrebbe essere, in quanto - come dice un altro attore della compagnia - “fare teatro è uscire fuori da sé, diventare un altro, per poi tornare in sé…con qualcosa di più!”.

Dr. Giuseppe Galdi, Resp.le Centro Diurno UOSM Cava/Vietri - Dr. Alfredo Bisogno, Direttore UO Salute Mentale Cava/Vietri

Fonte: Il Portico

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