Al ritorno da scuola dei suoi due figli, l'uno di 14 anni e l'altro di appena 8, ha messo i piatti in tavola, come ogni giorno, poi si è chiusa in bagno. Ha ingerito il contenuto di due boccette di psicofarmaci e si è diretta verso la cucina, dove, armata di coltello, ha tentato di tagliarsi le vene. Una sequenza drammatica, durata una manciata di minuti, sotto gli occhi increduli del marito e dei suoi figli. Così Annamaria Avagliano, 40 anni, residente a San Pietro, ieri ha tentato di togliersi la vita. A salvarla i soccorsi tempestivi dei medici del 118 e dei volontari dell'Humanitas, chiamati d'urgenza dai familiari. Ora la donna è ricoverata all'ospedale "Santa Maria dell'Olmo", dove, pochi attimi dopo il suo arrivo in Pronto Soccorso, le è stata praticata una lavanda gastrica. La vicenda ha scosso l'intera frazione di San Pietro, allarmata dal suono della sirena dell'autoambulanza, passata di corsa, poco dopo le 14, in via Di Marino. Sul posto anche i medici del Saut di via Guerritore, sollecitati ad intervenire dalla centrale operativa del 118. I sanitari si sono precipitati nell'appartamento della famiglia Avagliano. La scena apparsa ai loro occhi era raccapricciante: la donna era in un lago di sangue. Accanto al suo corpo il coltello da cucina. Secondo una prima ricostruzione, fornita ai Carabinieri della Stazione locale, diretta dal comandante Paolo Mannino, la donna avrebbe tentato di togliersi la vita tagliandosi le vene. Ma da un primo sopralluogo, eseguito nel suo appartamento, è saltato fuori un altro drammatico indizio. Le due boccette di psicofarmaci, che la donna custodiva nell'armadietto dei medicinali, erano completamente vuote e riverse sul pavimento. I militari hanno ascoltato i familiari. I medici dell'ospedale cavese, intanto, non hanno ancora sciolto la prognosi.