Tu sei qui: Cronaca"Terre e promesse", la Shoah dei nostri giorni
Inserito da (admin), venerdì 28 gennaio 2011 00:00:00
In occasione della manifestazione del Giorno della Memoria, organizzata da Comitato promotore “Settimia Spizzichino”, Associazione Agorà, Anpi Cava de’ Tirreni, Frida e Radio Vostok, sabato 29 gennaio, alle ore 17.30, presso il Teatro Comunale di Cava de’ Tirreni, verrà presentato il libro “Terre e promesse” (Gesco edizione) di Alessio Mirarchi, Riccardo Rosa, Stefano Esposito e Jean-Renè Bilongo, con prefazione di Alex Zanotelli.
Oltre agli autori del libro, interverranno Alfonso Amato, sindaco di Sicignano degli Alburni, ed Halim Habdel, mediatore culturale. Modera Franco Esposito, direttore di Telecolore. Introduce Rosita Gigantino, responsabile Dipartimento Cultura FdS.
Inteso che commemorare le vittime della Shoah non è solo ricordo, ma riaffermare il comandamento “Ama Dio e ama il prossimo”, Nietzsche alla fine dell’Ottocento annuncia che Dio è morto. Passato il Novecento, non è tempo di dire: è morto anche il prossimo?
Questo libro ci fa incontrare il prossimo, il volto degli immigrati. Si raccontano storie di viaggi infiniti, di schiavitù, di notti fredde e di sgomberi dai ghetti, notti di fame, paura e droga. La Shoah dei nostri giorni. Dalla Turchia al litorale domizio, da Castelvolturno a Gianturco, dall’Africa a San Nicola Varco: percorsi geografici di immigrazione che sono, al tempo stesso, cammini ideali di integrazione culturale e sociale.
Quattro autori per otto storie che trattano con grande capacità narrativa un tema complesso ed attuale al tempo stesso, quello della crescita individuale, vista all’interno del rapporto con l’altro. Un cammino che passa anche attraverso una riflessione sulle condizioni dei migranti oggi, in Campania e nel resto del Paese.
Lo stile scelto è estremamente realistico e sollecita il lettore a cogliere gli aspetti più nascosti della questione, che racchiude in sé pensieri, parole e sensazioni di persone normali. Il libro aiuta a guardare le cose con occhio diverso, secondo una prospettiva che potrebbe essere utile da sviluppare per superare paure e pregiudizi e facilitare la coesistenza delle differenze. Fatto questo, probabilmente, non servirebbe cambiare più nulla. Né il bianco, né il nero.
Rosita Gigantino
Fonte: Il Portico
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