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Torna la "Festa di Montecastello"

Inserito da (admin), mercoledì 1 giugno 2005 00:00:00

Ritorna la "Festa di Montecastello", giunta alla 349esima edizione. Con tutte le sue emozioni si rinnova da quel lontano 1656, quando fu istituita per scongiurare il ritorno della peste, che aveva portato lutti e dolori nella Vallata metelliana e nel Regno. Domani, giovedì 2 giugno, con la celebrazione della Santa Messa, officiata da Mons. Orazio Soricelli per ricordare tutti i soci dell'Ente, parte la Festa, che si concluderà sabato con lo spettacolo pirotecnico. Inizia e si conclude sulla torre plurisecolare che domina gigantesca la Valle. Non è solo una manifestazione di fervore religioso, in una cornice di canti e luci, ma è soprattutto un anello mirabile che si aggiunge alla catena di tanti secoli di potente vitalità spirituale, sociale e patriottica. «È una testimonianza di un'altra generazione - scriveva Mons. Attilio Della Porta - che continua la serie indefinita di glorie miste di mistero della fede in Cristo e di generose manifestazioni di eroismo sentito e vissuto». Le mura del Castello di Sant'Adiutore sono per i cavesi la più sacra delle memorie. Esso è stato testimone di fatti antichi e moderni, religiosi e civili, ed invita a prendere consapevolezza di avere una storia degna di essere rivissuta, anno dopo anno, in manifestazioni rievocatrici di non sopita grandezza. Nella serata di domani, dalle logge, dai balconi, dalle finestre, gli occhi saranno rivolti là, su quell'altare naturale che è la sommità della collina, da dove, come nel 1656, il sacerdote benedirà la Vallata, dopo aver portato in processione il Santissimo. E ritornerà il ricordo del passato, la storia trasmessa di padre in figlio. Oggi come ieri, dal 1656 al 2005, lo spirito è lo stesso. «Mai una tradizione avrebbe senso e valore - osserva l'ispettore della Pubblica Istruzione, Giuseppe Murolo - se non fosse pienamente accolta dal popolo e con significati che possono cambiare da un'epoca ad un'altra, ma nessuna manifestazione è così tanto sentita che nei trombonieri intuisce e riconosce antenati gloriosi, ansie di libertà, precedenti eroici». Venerdì, dalle 20.30, la processione degli appestati lungo le vie della città e la rappresentazione della peste in Piazza Duomo, a cura di Annamaria Morgera. Sabato, alle 18.30, la benedizione dei pistonieri e la sfilata lungo le vie cittadine del corteo storico. Poi, alle 22,45, la Festa si concluderà con lo spettacolo pirotecnico da Monte Castello, quando i fuochi artificiali sbocceranno nel sereno come gigli e magnolie e si disfanno tracciando segni geroglifici e risolvendosi in pioggia lucente. Poi le luci si spengono, cessano i rumori e gli spari, subentra la quiete. «Così in giochi e trastulli passa il memorabile giorno, ma poi il cuore nel silenzio sospira e piange commosso, augurandosi che per altri anni ancora torni a lui la cara festa consolatrice», così antava il grande poeta, il latinista Marco Galdi. Già, Montecastello è una festa cara ai poeti cavesi, a Lucio Barone, Giorgio Lisi, Tommaso Avagliano, Oreste Vardaro, Mimì Apicella e Marco Galdi, che con accenti struggenti ne hanno immortalato i vari momenti. «Anche quest'anno abbiamo lavorato per assicurare ai cavesi la loro Festa», afferma il presidente dell'Ente Montecastello, Rigoletto Maraschino. Il sindaco Alfredo Messina: «Nonostante gli anni, o meglio i secoli, la Festa conserva il suo fascino, il suo senso, il suo linguaggio». Mario Galdi, direttore dell'Azienda di Soggiorno: «Una Festa che è uno dei tanti tasselli di storia, di tradizione e di folklore della città».

Fonte: Il Portico

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