Tu sei qui: CronacaTroppe strisce blu, la rivolta dei cittadini
Inserito da (admin), martedì 23 giugno 2009 00:00:00
Una nuova battaglia legale contro l’Amministrazione comunale di Cava de’Tirreni.
Ad ogni Comune spetta la facoltà di decidere "quanti" posti auto debbano essere gratuiti e non "se" debbano esserci. Ma il Comune metelliano sembrerebbe aver raggirato in qualche modo l’art. 7 del Codice della strada, nella parte in cui stabilisce che gli enti comunali che abbiano dato in concessione o gestiscano direttamente le aree di sosta a pagamento devono anche «riservare, su una parte della stessa area o nelle immediate vicinanze, un adeguato spazio destinato al parcheggio senza custodia e senza dispositivi di controllo della durata della sosta».
Il Comune di Cava, però, ha disatteso questo requisito con una delibera di Giunta comunale, pubblicata il 30 gennaio scorso presso l’Albo pretorio del Comune e con la quale riconosceva al centro cittadino la qualifica di “zona di particolare rilevanza urbanistica”. Infatti, secondo la stessa legge, il suddetto obbligo sarebbe escluso solo nel caso in cui particolari zone vengano definite dalla Gunta comunale “area pedonale”, “zona a traffico limitato” e, appunto, “zone di particolare rilevanza urbanistica”.
Ma per alcuni cittadini si tratta solo di un escamotage adottato dal Comune per sfuggire alla prevedibile raffica di ricorsi all’indomani della nota sentenza della dott.ssa Pellegrino, Giudice di Pace di Cava de’Tirreni, che aveva accolto l’istanza di un cittadino che contestava la validità di un verbale effettuato sulle strisce blu del centro, riconoscendogli il diritto di non pagare la multa.
Per questo motivo, 12 cittadini, indignati, si sono aggregati spontaneamente e sono passati al contrattacco. Con incarico agli avvocati Gianluca Santelli e Gemma Sergio, hanno impugnato la delibera di Giunta, presentato ricorso straordinario al Capo dello Stato (erano scaduti i termini per il ricorso dinanzi al Tar) e chiesto l'annullamento della stessa, che sarebbe il frutto di un «uso distorto dei propri poteri da parte di un’Amministrazione da più tempo disattenta agli affettivi interessi della propria cittadinanza».
Fonte: Il Portico
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