Tu sei qui: Economia e TurismoRiapre il Parco Archeologico di Atripalda con i resti dell’antica colonia romana di Abellinum
Inserito da (Maria Abate), lunedì 6 luglio 2020 10:29:02
La Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Salerno e Avellino, diretta da Francesca Casule, comunica che - malgrado le difficoltà determinate dall'emergenza sanitaria e grazie anche alla stretta sinergia con l'Amministrazione Comunale - il Parco Archeologico di Atripalda ha riaperto al pubblico in sicurezza con i seguenti orari: dal giovedì al lunedì (esclusa la domenica) dalle 8.30 alle 13.30 e dalle 15.00 alle 18.30, la domenica dalle 8 alle 14.30. Martedì e mercoledì chiuso.
I resti dell'antica colonia romana di Abellinum, dedotta in età graccana (fine II sec. a.C.), e impiantata su un precedente insediamento sannitico (IV-III sec. a.C.), l'Oppidum Abellinatium, occupano l'attuale pianoro della Civita, a nord-ovest dell'odierno centro abitato di Atripalda, sulla riva sinistra del fiume Sabato, sin dall'antichità via naturale di collegamento tra il beneventano e il salernitano.
All'ingresso della Civita, nel tratto settentrionale, è ancora visibile una parte del circuito murario di età romana, realizzato in opus reticulatum (opera reticolata), con tufelli di forma piramidale. Al margine del fossato, che circonda l'intera cinta muraria, sono stati portati alla luce tre filari della fortificazione di età sannitica di III sec. a.C., in opus quadratum (opera quadrata), con grossi blocchi di tufo giallo.
All'interno della cinta muraria, sul lato est, è situata l'area pubblica, con le terme e il foro, da cui proviene un'ara circolare di marmo, attualmente esposta al Museo Irpino di Avellino.
Nella zona nord-orientale è visibile una domus di tipo ellenistico-pompeiano, presumibilmente appartenuta a un Marcus Vipsanius Primigenius, liberto di Vipsanio Agrippa, genero di Augusto.
Il complesso monumentale ha tutto il carattere di una ricca dimora patrizia, non solo per le dimensioni (ca. 2500 mq di estensione), ma anche per la particolare ricercatezza delle decorazioni dei diversi ambienti e delle suppellettili venute alla luce. Con il terremoto del 346 d.C. le condizioni di vita dell'antico centro divengono difficili e con la guerra greco-gotica (535-555 d.C.) si assiste ad un graduale abbandono sino alla conquista longobarda, a partire dalla fine del VI sec. d.C..
Dell'antica Abellinum sono noti alcuni settori delle necropoli situate lungo le maggiori strade extraurbane: le testimonianze più significative vengono dalla località Capo la Torre, dove sono state scavate sepolture databili dall'età romana imperiale al periodo tardo-antico. Nella stessa località altre sepolture sono state individuate lungo i muri perimetrali della cripta della Collegiata di S. Ippolisto; secondo la tradizione questo luogo può essere identificato come lo Specus Martyrum delle prime comunità cristiane, che vi custodivano le spoglie e le reliquie dei santi. Nella cripta si conservano ancora oggi i sepolcri del levita Romolo e del vescovo Sabino (VI sec. d.C.).
(Foto: Atripalda News)
Fonte: Occhi su Salerno
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