Tu sei qui: Eventi e SpettacoliSabato 9 agosto ultimo appuntamento con le Ditirambo Nights al Caruso di Ravello
Inserito da (Redazione il Vescovado Notizie), mercoledì 6 agosto 2025 19:03:15
Di Emilia Filocamo
I tornanti di Ogliastro Cilento sono particolarmente stretti anche se panoramici. Si inerpicano volutamente tortuosi. Dietro uno di questi giochi di curve c'è l'azienda di Enza Russo e Pasquale Longobardi che trasforma e produce il famoso fico bianco del Cilento. Quella tortuosità è replicata nella strada che conduce ad Ottati o a Controne, e perfino a Felitto, dove nascono le storie di Nico, di Michele, di Marco, e di molti altri. Il Cilento è una terra di contrasti, di piane immense, di fiumi e poi di percorsi arzigogolati che celano altre meraviglie. Il contrasto è tra mare e collina, un po' come avviene per la Costiera Amalfitana, e anche nei piatti proposti che spaziano dai prodotti tipici del mare a quelli nati in un entroterra di grande generosità, l'effetto è un continuo equilibrio tra montagne e onde. Dietro ogni prodotto, ed ogni piatto, c'è una schiera di produttori appassionati e devoti alla terra, preparati, motivati, tanti protagonisti per una storia che al Caruso è cominciata tre anni fa e che ancora scrive pagine di sapore e dedizione. Sabato 9 agosto, infatti, al Caruso, a Belmond Hotel Amalfi Coast, si terrà l'ultimo appuntamento con le Ditirambo Nights, gli incontri tra produttori cilentani o costieri che hanno segnato la stagione 2025 con emozioni, gusto, sottotitoli invitanti, abbinamenti insoliti, tradizioni familiari, paesini arroccati sulle colline cilentane, nelle valli o tra i Picentini. Ad incontrarsi e a confrontarsi alla tavola del Caruso sabato 9 agosto, saranno Francesco Vastola con le conserve dell'azienda agricola Maida e Donatella Marino con le alici di menaica. Ancora una volta entroterra e mare. Ad orchestrare il loro duetto che accompagnerà gli ospiti dall'aperitivo alla cena, il talento di Armando Aristarco, Executive Chef della struttura cinque stelle lusso di Ravello. Come sempre non sarà semplicemente un evento: sarà sedersi a tavola tra amici, ascolare le ballate tradizionali del M° Angelo Loia e del suo ensemble, lasciarsi incantare dai colori vivaci, dalle ceramiche e dai fiori del Caruso Grill. Sarà ascoltare la voce di un territorio attraverso i suoi protagonisti, scoprire che anche a chilometri di distanza dalla terra di origine, un prodotto riesce a creare un nodo potentissimo e a ricondurre alla foce di tutto. Con Franco e Donatella salutiamo dunque le Ditirambo Nights ma è d'obbligo menzionare tutti gli altri grandi, preziosi ed insostituibili protagonisti: da Michele Ferrante a Maria Scarpa, da Vincenzo Barlotti a Daniela Senatore, da Marco Rizzo a Raffaello Palladino, da Nico Sodano a Giovanni Speranza, da Giulio Giordano ai giovani temerari di Hera nei Campi, da Mafalda Inglese a Pietro D'Elia, da Adolfo Grimaldi ad Antonio Di Perna, da Alberto Zampino e Tony Di Matteo ai nomi che potrei, inavvertitamente, aver dimenticato. Perchè lungo questo cammino di semina, attesa, lavorazione, produzione, pazienza e orgoglio stanno tanti altri nomi, tanti altri paesi, tante altre storie fatte di capitoli degni di menzione, di nota, di passaparola.Ecco al Caruso sono state scritte tante storie. In fondo a cosa serve una vacanza in una destinazione ben precisa che di quella destinazione e di tutto quello che le è intorno non si conosce abbastanza? A cosa serve assaporare una tipicità, addentare il genio creativo di uno chef senza capire perché quel piatto ha preso forma proprio in quel modo? Quanto tempo e quanta fatica passano dal prodotto, nudo e crudo, al suo essere attore protagonista in una delle eccellenze dell'Executive Chef Armando Aristarco? Sono domande a cui il Caruso, con il supporto di tutti i protagonisti e produttori del progetto, ha tentato di rispondere e ha risposto. Adesso è venuto il tempo di salutare, nel principio di un agosto delicato, che non vuole alzare troppo la voce. E ' tempo di ringraziare. Perché la bellezza di un territorio passa proprio attraverso la dedizione della gente che lo vive tutti i giorni. Una dedizione che non ha bisogno di applausi ma di comprensione. E se domani o tra tre giorni al Caruso, un ospite d'oltreoceano, incuriosito, si chiederà perché in una soppressata servita a colazione ci sia all'interno un cuore albino, un misterioso midollo bianco e lucente, o noterà il profumo inebriante di un piccolo fico bianco cresciuto tra la salsedine di Agropoli e il vento delle colline di Ogliastro, non ci sarà da sorprendersi. Il cammino intrapreso porta in mille altre e nuove direzioni. E per la parola arrivo, per la parola fine, non c'è tempo.
Fonte: Il Vescovado
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