Tu sei qui: Eventi e Spettacoli"Suoni": venerdì 28 arte e musica all'Ailaikit di Minori, Marco Di Lieto espone per la prima volta
Inserito da (ilvescovado), martedì 25 luglio 2017 13:41:48
Si intitola "Suoni" ed è la prima mostra d'arte del giovane Marco Di Lieto, diplomato all'Accademia di belle arti di Napoli. L'appuntamento è fissato per venerdi 28 luglio, alle 19.30, a Minori, serata in cui l'arte si coniugherà con un buon jazz. All'Ailaikit Fes Show Room Factory saranno esposte le opere del giovane artista, alle quali la sassofonista Carla Marciano ispirerà la sua performance musicale.
«Queste opere - scrive il docente e scrittore Antonio Trucillo - hanno uno sguardo anteriore, permangono nel presente e si sporgono sul futuro. Marco Di Lieto è un pittore anagraficamente molto giovane ma, come mitologema, è un puer aeternus che si contrappone al senex. Il puer, come tale, non conosce in profondità la storia, come la potrebbero conoscere i surrealisti, ad esempio, o le altre avanguardie. Non ne ha bisogno. Non ne ha bisogno il suo sguardo strabico, da una parte puntato sulla natura, dall'altra sulle vicende dell'essere umano. La natura è "natura naturans", come vista dal retro dell'occhio, da uno schermo convesso, dietro il paesaggio, direbbe Zanzotto. L'uomo, che pure si affaccia e reclama il suo spazio nella narrazione, rimane figura dolentissima, che si moltiplica all'infinito, che produce strazio e amerebbe piangere. È l'umanità sotto il gravame del tempo ma è anche la ragazza pachistana che purifica la terra con la sua presenza.
Ma il puer aeternus ha in sé stesso l'anticorpo della metamorfosi: "adolesco", del resto, vuol dire "cresco", certo, ma anche "brucio". Ed ecco allora che la pittura di Marco Di Lieto acquista proprio nel suo farsi la necessità e l'urgenza di spalancare la bocca, di dire a piena voce. Acidi eppure tenui, sulfurei eppure lirici, questi dipinti attirano come un magnete la meraviglia del reale, un reale messo sempre sotto indagine dalla dimensione del sogno e della visione. È un' "action painting" domestica e insieme "arrabbiata" quella che Marco Di Lieto sgocciola volentieri sulle sue superfici. Ha la prerogativa di essere affabile pur nel suo essere accusatorio, nel voler quasi sbranare il circostante.
Si slarga in spazi resecati, interrotti, tagliati, colpiti o solo appena sfiorati da linee che veicolano senso e senso e senso, e fanno di queste opere delle macchine parlanti, che dicono dolore e pietà, passione e disperazione. A patto, però, che si brucino le scorie del reale così com'è e si asciughi la realtà con la "pietas" e la speranza. L'arte, in questo modo, vuol dire Marco Di Lieto, ci può salvare, o, per meglio dire, in quanto arte, è già salvezza».
Fonte: Il Vescovado
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