Liberamente ispirata al capolavoro di Martha Medeiros, una splendida ed esilarante poesia che ci ricorda, a modo suo, che la vita è troppo breve per guidare auto di bassa qualità. Lentamente muore chi diventa schiavo del navigatore, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia perché ha l'automatico, chi non rischia e cambia colore alla sua auto, chi non parla a chi non lo riconosce. Muore lentamente chi evita una Smart passion, chi preferisce un SUV nero con interni bianco e i puntini sulle "i" delle nuove auto elettriche piuttosto che un insieme di erogazioni, proprio quelle dei turbo benzina che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno attaccare al sedile con un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all’errore di entrare in una curva troppo veloci. Lentamente muore chi non apre la capotta, chi è infelice su un utilitaria, chi non rischia la certezza di una integrale per una trazione posteriore da sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita, di fuggire al volante di una spider insensata. Lentamente muore chi non viaggia in auto comode, chi non legge dal media interface a colori sulla plancia, chi non ascolta musica da un impianto dignitoso, chi non trova "grazia" nella linea filante di un coupé . Muore lentamente chi distrugge la propria auto in un incidente stradale, chi non si lascia trainare chi passa i giorni a lamentarsi dei tagliandi della propria sfortuna con i vigili urbani o della pioggia incessante. Lentamente muore chi compra un'auto prima di averla provata, chi non fa domande sugli accessori di serie che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono quanto costi la sua auto. Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che mantenerla in sottosterzo in curva richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare. Soltanto l’ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità: guidare veloci per l'eternità