Gucci Ancora, questo è lo slogan che la maison fiorentina ha voluto dare - non solo simbolicamente - per il debutto di Sabato De Sarno dopo gli addii pesantissimi del predecessore, Alessandro Michele e del Ceo, Marco Bizzarri oggi presente alla sfilata per l'ultima volta come numero 1 di Gucci.

In compenso nel parterre insieme al patron della capogruppo Kering, Pinault c'era Julia Roberts.

Poi i Ferragnez, l'attore Ryan Gosling il direttore creativo di Valentino (per il 30% di proprietà Kering) Pierpaolo Piccioli che aveva lavorato fianco a fianco proprio con Sabato fino a quando il ragazzo di Cicciano non ha fatto il grande salto nella casa di moda fiorentina.

Oggi in via Mecenate nella sede di Gucci la sfilata di Sabato De Sarno dice addio definitivamente alla visione del marchio che aveva contraddistinto l'era di Alessandro Michele.

Sembrano due mondi quasi agli antipodi: con De Sarno che ha messo in collezioni minigonne, shorts, e una rivisitazione del mocassino iconico con l'aggiunta del plateau, impreziosite con accessori anch'essi 'marchio di fabbrica' del brand, come la borsa Jackie e la Bamboo.

De Sarno ha voluto puntare sui codici del marchio fiorentino partendo proprio dall'archivio della maison.

Da parte sua, nel Manifesto che accompagna la collezione, De Sarno scrive che quella vista oggi:

"È una storia che nasce dalla gioia di vivere, fatta di oggetti attraenti e da collezionare, non per un museo, per essere indossati nella vita di tutti i giorni".

Un vocabolario neo minimalista che sembra davvero voler fare tabula rasa del massimalismo celebrato per anni dal predecessore Alessandro Michele, riscrivendo dalle fondamenta il codice estetico di Gucci.

Norman di Lieto