Attraverso una nota giunta in redazione la FEALT Lavoratori Temporanei, appartenente al sindacato CONFSAL, si esprime, attraverso il delegato della Costa d'Amalfi Matteo Cobalto, sulla delicata situazione a cui sono costretti a far fronte, in questi mesi, i lavoratori stagionali e a tempo determinato della Costiera. Il nuovo sussidio NASPI ha creato alla categoria diversi disagi, a partire dalla durata della prestazione fino alla difficoltà organizzative dell'INPS per quanto concerne ricalcoli e ritardi nei pagamenti. Di seguito la nota a firma di Cobalto.

Il futuro di chi vive grazie al sussidio nel periodo invernale, con contratti di fitto e famiglia sulle spalle, è in balia di lentezze e burocrazia. Gran parte delle domande di disoccupazione presentate a inizio Novembre sono state messe in pagamento dopo la metà di Gennaio e addirittura c'è chi aspetterà Febbraio.

I ricalcoli sulla durata previsti per l'anno 2015 non sono stati effettuati per la maggior parte. Un ulteriore ricalcolo descritto nella circolare del 27 Novembre 2015 è stato soggetto ad una interpretazione espressa con chiarezza in maniera postuma dall'Ente: il ricalcolo è infatti vincolato alla presenza di una dicitura particolare, ovvero quella di "stagionale" nella comunicazione obbligatoria da parte del datore di lavoro. Ciò vuol dire che per la maggior parte dei lavoratori della Costa, che invece presentano solo contratto a tempo determinato, non ci sarà alcun ricalcolo ulteriore. Encomiabile il lavoro dei funzionari INPS addetti alla disoccupazione dell'agenzia di Minori, ma a monte c'è un marasma insostenibile.

Non ultima la diatriba che riguarda le numerosissime domande respinte per l'omissione in seno alla domanda della dichiarazione relativa alla titolarità
di partita IVA posseduta da parte del lavoratore. Spesso lo stesso lavoratore non sapeva neanche che fosse ancora in essere presso la Camera di Commercio non svolgendo più alcuna attività da decenni. Ancora più spesso queste ditte individuali non producono alcun reddito di lavoro autonomo o parasubordinato,
ma semplicemente redditi diversi consistenti generalmente nella vendita di agrumi per i quali, certo, non sussiste un reddito tale da annullare il diritto
alla disoccupazione (o tanto meno per portare avanti un reddito alternativo alla disoccupazione stessa).

Per altro nei trenta giorni successivi alla domanda, utili per inserire un'autocertificazione valida a regolarizzare l'omissione, nessuno è stato avvertito dall'Inps. Ai malcapitati, salvo cessazione della partita IVA in oggetto, non resterà che aspettare alcuni mesi per l'esito dei ricorsi. Tutto questo lascia intendere che non bisogna lasciare il percorso già intrapreso da una parte dei lavoratori della Costiera Amalfitana. Non serve lamentarsi: è piuttosto tempo di prendere una coscienza di categoria ed esporsi instancabilmente per i propri diritti.