Tu sei qui: NecrologiLa grande famiglia e suoi amati giardini
Inserito da (redazionelda), lunedì 11 gennaio 2016 19:30:35
di Nicola Amato*
Questa mattina ha varcato la porta del Paradiso Filippo Amato, quella porta che con la sua tempra d'acciaio, più volte, con forza, ha richiuso, ma che il fato, inesorabile, come la malattia che lo ha pervaso, è riuscito purtroppo a spalancare richiamandolo nei giardini celesti.
In quei giardini Filippo ritroverà tutti i suoi cari che già vi dimorano, soprattutto il padre Tommaso, i fratelli Carmine e Salvatore. Tutti giardinieri di prim'ordine: Carmine giardiniere del Comune di Ravello, Tommaso e Salvatore della Villa Cimbrone. Da oggi si riunirà a loro anche lui che oltre a curare i giardini della città di Amalfi è stato, negli ultimi anni di vita lavorativa, persino geloso custode della Villa Rufolo.
Anche Filippo, così come quanti lo hanno preceduto, andrà a curare i giardini del Paradiso, dando il suo tocco da maestro, sostenendo con caparbietà il proprio pensiero senza mai indietreggiare, con il tipico atteggiamento che contraddistingue tutta la nostra famiglia, magari litigando anche con San Pietro, il quale, benevolo, l'accoglierà e lo guiderà per mano verso l'Altissimo.
La nostra famiglia ha curato e ancora cura tanti giardini pubblici e privati, attraverso Gino, Piero, Gaetano ed altri, ma la scomparsa di Filippo segna anche il tramonto di una famiglia patriarcale ove dodici figli formavano una squadra ben coesa, da cui sono nati sacerdoti, suore, professori, avvocati, professionisti, persone semplici, ma soprattutto cultori della terra e dei fiori.
Quando va via una di queste persone, così semplici per quanto grandi nella loro virtu', per le quali il rispetto dei valori fondamentali ha rivestito un ruolo importante e su cui potevamo contare per non dimenticare l'importanza delle nostre radici, come me in tanti ci sentiamo più soli.
Il tempo passerà ma resterà la memoria del buono fatto dai giardinieri della nostra famiglia, anche nel giardino della vita di ciascuno di noi.
Il nostro è solo un arrivederci, caro zio Filippo.
*nipote di Filippo Amato
Fonte: Il Vescovado
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