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Lutto a Ravello: addio a Pantaleone Di Palma, “Gino 'o 'mericano”

Inserito da (redazionelda), lunedì 23 marzo 2020 10:45:08

Oggi Ravello è una città ancora più triste per la morte di Pantaleone (Gino) Di Palma, meglio conosciuto come "Gino ‘o 'mericano". E' spirato stamane nella sua abitazione di viale Gioacchino D'Anna, stretto dall'affetto dei sui familiari, la moglie Angela Zingoni, i figli Ulisse, Sabina e Giorgio con gli adorati nipoti che lo hanno assistito con premura nei suoi ultimi travagliati mesi. Resterà sempre nei ricordi di tanti ravellesi.

A dare l'annuncio, via facebook, il Comune di Ravello: «Il Sindaco, interprete dei sentimenti dell'intera Amministrazione Comunale, dei dipendenti in servizio ed in congedo del Comune di Ravello e della collettività Ravellese, è particolarmente vicino al dott. Ulisse di Palma, Vicesindaco di Ravello, per la dipartita del caro papà Gino. Alla famiglia giungano i sentimenti del più vivo ed accorato cordoglio».

 

La salma sarà tumulata domani, martedì 24 marzo, nel cimitero di Ravello dove sarà impartita la benedizione prima della sepoltura così come disposto dal decreto emesso dal Presidente del Consiglio dei Ministri volto ad assumere le necessarie misure prudenziali per contrastare il diffondersi del coronavirus.

Chi di noi non conosceva Gino?

Aveva dieci anni quando sul finire del 1943 saltava con agilità dalle camionette che occupavano piazza Vescovado in cerca di cioccolata. «Do you remember me, do you remember me?»: così il ragazzino, armato della sola sfrontatezza che lo ha sempre contraddistinto, si rivolgeva ogni giorno a quei militari che lo presero in simpatia, riservandogli abbondanti razioni di cioccolato. Che Pantaleone divideva con tutti i suoi amici. Da quel giorno quell'intrepido ragazzino sarà conosciuto come "Gino 'o 'mericano". Un'etichetta che lo ha accompagnato nei successivi settant'anni, distinguendosi per stile ed eleganza. E' stato uomo d'affari Gino, con la passione per l'arte e il bello, le auto di lusso e i piaceri della vita. La sua rispettabile presenza, ancora oggi, svela una spiccata quanto sottile ironia.

Gino trovò l'"America" nel 1960. Erano gli anni del boom economico e della Dolce Vita. Una maestrina toscana, Angiola Zingoni, vincitrice di concorso pubblico per l'insegnamento, fu trasferita da Centola a Ravello. La graziosa insegnante dai lunghi capelli neri color ebano e dal corpicino esile ed elegante, originaria di Saminato, in provincia di Pisa, giunse nella Città della musica con una valigia e pochi abiti.

Dapprima trovò alloggio presso una dimora privata a piazza Fontana Moresca e ogni mattina, a piedi, raggiungeva la scuola elementare di Sambuco (non c'era ancora la rotabile), per insegnare ai suoi nuovi alunni. Nel frattempo, non trovatasi a suo agio, si sistemò presso la vicina Locanda Bonadies, dove rimase per circa cinque mesi. Essendo troppo fredda la camera ove dimorava, si in centro e, precisamente, presso la Pensione Toro di piazza Vescovado.

Ebbene, fu proprio in quella Piazza, che il 19 marzo del 1960, Gino di Palma, per la sua generosità, eleganza ed intraprendenza, giovane affascinante, tra i più seducenti di Ravello, notò la maestrina dai lunghi capelli passeggiare tra la gente e, da allora, fu amore a prima vista.

E fu così che il 13 di febbraio del 1961, nella chiesa di San Domenico di Saminato, Gino e Angiola unirono per sempre i loro destini.

Il Vescovado partecipa al dolore della famiglia Di Palma, esprimendo i sentimenti del più accorato cordoglio.

Fonte: Il Vescovado

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