È morto nelle scorse ore Michele Montagano, aveva 102 anni.

Ultimo dei 44 ufficiali di Unterlüss ancora vivente, un "Monumento della Storia", sottufficiale dell'Esercito italiano, dopo l'8 settembre 1943 si rifiutò di continuare a combattere per il nazifascismo e per questo venne arrestato pochi giorni dopo l'8 settembre 1943 a Gradisca d'Isonzo dai tedeschi e poi deportato in diversi lager per essersi rifiutato di continuare a combattere con la Germania nazista e di aderire alla Repubblica Sociale Italiana.

Sul vagone del treno che lo deportava in Germania scrisse un biglietto: "Sono in mano dei tedeschi. La mia coscienza d'italiano è integra. Avvisate la famiglia. Viva l'Italia".

Per più di mezzo secolo ha mantenuto vivo il filo della memoria raccontando, soprattutto ai ragazzi nelle scuole, gli orrori del nazifascismo.

La notizia della sua morte è stata accolta dall'Italia e dalla città di Campobasso, di cui era cittadino benemerito, con immenso dolore. Proprio in queste città, nel 2021 in occasione dei 100 anni, Montagano fu celebrato in forma solenne dal sindaco Roberto Gravina, che lo nominò cittadino benemerito.