Tu sei qui: NecrologiTrasloco da un Paradiso all'altro, il viaggio di Filippo verso il giardino dell'eternità
Inserito da (redazionelda), lunedì 11 gennaio 2016 17:07:21
di Giuseppe Liuccio
Lo avevo sentito al telefono di recente, un po' affaticato nella voce ma con il garbo e la signorilità di sempre. Mi aveva voluto a pranzo con sé nella sua bella casa di Via San Cosma, un terrazzo spalancato sull'infinito del cielo e del mare dei miti e della Grande Storia del Golfo di Salerno fin laggiù a Punta Licosa e Capo Palinuro. Uno che tutte le mattine si è inebriato di questo spettacolo non troverà nulla di nuovo a quello del Paradiso, dove il Signore lo ha chiamato ad ottant'anni suonati, strappandolo all'affetto dei suoi.
Se n'è andato così, Filippo Amato, un signore d'altri tempi, gran lavoratore, con dentro al cuore il culto della bellezza che aveva affinato quando fu chiamato a "custodire" Villa Rufolo, quel pezzo di paradiso in Terra, che fece esclamare al genio di Wagner: "Il magico giardno di Klingsor è trovato!". Quel giardino Filippo lo conosceva nei minimi particolari e lo amava e andava orgoglioso del suo lavoro che quel tesoro di grazia di bellezza e di armonia rendeva colorato di armonia in gara con il sole ed oltre il sole.
Lo avevo conosciuto nei lontani anni '60, quando, giovanissimo, fui nominato Presidente dell'Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo d Amalfi e lo ebbi per anni collaboratore prezioso, scrupoloso, affidabile. E s'impegnò con grande professionalità a fare di Amalfi un giardino straripante di macchie di colori con estrosa creatività. Fu una garanzia che rese Amalfi più bella e più appetibile e popolò di desideri l'immaginario collettivo nazionale ed europeo, facendone la "regina del turismo", una delle più belle, se non la più bella "cartolina dell'Italia Turistica nel mondo", come d'altronde la "sua" Ravello.
Mi piace immaginare che il suo ultimo pensiero sia stato per questa sua terra del cuore, nella consapevolezza, illuminata da un sorriso stanco, che la sua morte sarebbe stato un passaggio da un paradiso ad un altro, come aveva memorizzato più volte leggendo durante il suo lavoro quella felice espressione di Renato Fucini, murata sotto l'arco del supportico di Porta Marina: "Il giorno in cui gli Amalfitani andranno in paradiso sarà un giorno come tutti gli altri". Buon trasloco, amico mio, da un Paradiso ad un altro. E buon lavoro nel "giardino dell'eternità"! Io perdo un amico, i familiari perderanno un guida insostituibile, Amalfi e Ravello un uomo generoso ed un cittadino esemplare, che lascia una scia di profumo in tutti i sensi. Ciao Filippo.
Fonte: Il Vescovado
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