Tu sei qui: NecrologiVietri dice addio a Raimondo, "Totonn Battaglia" l’artista gentiluomo
Inserito da (redazionelda), martedì 11 luglio 2017 18:44:30
di Antonio di Giovanni
Vietri oggi è più sola e più triste che mai. Si è spento dopo una malattia che lo ha portato via in brevissimo tempo il ceramista Raimondo Raimondo (stesso nome e cognome), conosciuto da tutti come "Totonn Battaglia". Un artista vero, uno di quelli che non aveva mai "fatto i soldi" ovvero un artista che creava quando aveva voglia e quando aveva vissuto, durante il giorno, tutte le altre cose della vita. Uno di quelli che tra le mani avevano l'arte vera ma che erano innamorati della vita, dei sogni, delle utopie. Amava l'amore, amava tutto ciò che era amore vero, dalla pittura alla scultura, dal mare ai laghi, dal calcio al tennis, dalle donne alla ceramica. Certo, la ceramica era il suo amore, ma anche il suo eterno "cruccio", perché pensava, soprattutto in età avanzata che forse, Vietri non lo avesse amato abbastanza, quanto lui amasse il suo paese. Leggende metropolitane raccontano di quante volte avesse lasciato il suo piccolo laboratorio per accompagnare belle turiste in giro per Vietri a far visionare loro le altre botteghe, o il mare, leggende raccontano che nel suo piccolo laboratorio "creava" capolavori che, poi, regalava a molti turisti, di tutte le nazionalità che si fermavano a vederlo dipingere. Un uomo che ha amato la sua moglie ed i suoi figli sopra ogni cosa e che lo assecondavano sempre nelle sue estroversioni artistiche. Gli piaceva il calcio ed era un tignoso difensore che fino a tre o quattro anni fa si cimentava ancora con ragazzi anche giovani, lasciando tutto e correndo dietro ad un pallone era l'uomo più felice del mondo La sua ceramica era unica, come lui, unico come solo un artista di razza sa esserlo. La sua lunga barba, i capelli sempre spettinati, il suo glamour nel vestire, ne facevano un personaggio unico che mancherà incredibilmente a Vietri. Pochi mesi fa fu insignito del premio alle eccellenze ceramiche di Vietri da parte dell'amministrazione comunale, fu, probabilmente la sua più grande soddisfazione artistica. Ma quello che ci mancherà di più sarà il suo sorriso ed il suo sgabello, dove molti di noi ci siamo seduti, chiamati mentre si passeggiava perché voleva che vedessimo nascere la sua Arte. Alla fine del lavoro, un sorriso, un caffè e dopo due giorni te lo vedevi presentare a casa per regalarti quel pezzo di ceramica che era nato tra chiacchiere e sorrisi.
«Non posso venderlo questo pezzo, ha dentro la nostra amicizia!» diceva. Mancherà a tutti "Totonn Battaglia", ma il suo sorriso e il suo stile non saranno mai dimenticati, così come la sua arte, quella di un uomo del popolo.
Fonte: Il Vescovado
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