Tu sei qui: Notizie, LifestyleProfessionisti “mordi e fuggi”: il lavoro sommerso degli stranieri in Italia
Inserito da (Admin), sabato 29 marzo 2025 11:36:12
In Costiera Amalfitana, dove il lusso incontra la tradizione e il turismo internazionale è ormai costante tutto l'anno, si sta consolidando un fenomeno che i professionisti locali definiscono "mordi e fuggi".
Parliamo di stranieri, spesso extra UE, che giungono in Italia con un visto turistico, si godono le meraviglie del territorio... e nel frattempo lavorano. Lavorano davvero, e bene, ma in totale assenza di regolarità fiscale.
DJ, fotografi, makeup artist, hairstylist, videomaker, performer, wedding planner, decoratori floreali e tanti altri: figure professionali richieste in eventi di alto profilo - matrimoni, feste private, ricevimenti su yacht o in ville a picco sul mare – che vengono ingaggiate da clienti stranieri e che prestano il proprio servizio anche solo per un giorno o un weekend.
Ma il guadagno resta fuori dai radar italiani. Nessuna fattura, nessun pagamento tracciato, nessun adempimento fiscale.
«Noi dobbiamo fare preventivi con IVA, assicurazioni, permessi e costi fissi – racconta un fotografo locale su Instagram – mentre loro arrivano, incassano e se ne vanno, senza dover rendere conto a nessuno».
E il giro d'affari non è affatto marginale. Un operatore del settore ci ha raccontato di aver assistito, all'interno di una nota struttura ricettiva della Costiera, alla firma di un assegno da oltre mezzo milione di dollari destinato a un celebre project designer statunitense per la decorazione floreale di un matrimonio di lusso. Una somma importante, interamente gestita al di fuori del sistema fiscale italiano.
«Il paradosso – aggiunge – è che noi operatori italiani, per stare al passo, dovremmo abbattere i prezzi o tagliare sulla qualità. Ma chi lavora in nero può permettersi di offrire pacchetti più vantaggiosi. Non c’è competizione equa».
Il fenomeno è difficile da monitorare. Le prestazioni avvengono in contesti privati, lontano dagli occhi delle autorità. Gli accordi si chiudono tramite social o contatti diretti, e i pagamenti spesso avvengono in valuta estera, con transazioni tra conti fuori dall’Italia.
Eppure la legge parla chiaro: qualsiasi attività lavorativa svolta sul territorio nazionale, anche se per un solo giorno, è soggetta agli obblighi fiscali italiani.
In un momento storico in cui il mondo si affanna tra dazi, guerre commerciali e protezionismi, in Italia si chiudono entrambi gli occhi su un'economia sommersa fatta di voli di andata e ritorno, valigie piene di attrezzatura e guadagni che evaporano al di fuori del Paese.
Un mercato parallelo che danneggia chi investe, chi si forma, chi paga le tasse. E che lascia una domanda aperta: quanto ancora si potrà ignorare?
Fonte: Il Vescovado
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