Niente più fumo nei pressi dell'Azienda Ospedaliera Universitaria "San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona" di Salerno. Il nuovo regolamento operativo aziendale sul divieto di fumo, firmato nelle ultime ore dal direttore generale Vincenzo D'Amato, segna una vera e propria svolta culturale e organizzativa.

Ispirato al modello Milano, già operativo nel capoluogo lombardo da inizio anno, il provvedimento vieta qualsiasi forma di fumo attivo, comprese le sigarette elettroniche e tutti i dispositivi a tabacco riscaldato, in ogni spazio dell'Azienda, sia al chiuso che all'aperto.

Una stretta attesa da tempo, motivata non solo da ragioni di salute pubblica, ma anche da episodi critici che hanno evidenziato i pericoli legati all'abitudine tabagica nei pressi delle strutture sanitarie. Uno su tutti, il rogo sviluppatosi nel 2022 al pronto soccorso del presidio di San Leonardo, provocato da una mozzicone acceso che, sfidando le leggi della fisica, si introdusse nei locali attraverso una grata esterna.

Il coordinatore Domenico Fornino, a capo del tavolo tecnico che ha elaborato il regolamento, ha spiegato che gli obiettivi sono molteplici: «Proteggere le persone dal fumo passivo, prevenire rischi d'incendio, salvaguardare il decoro e mantenere salubre l'aria nei locali e nelle aree esterne».

Il divieto è capillare: si applica nei locali aziendali, nei veicoli di servizio, nei cortili, nelle aree di carico e scarico, nei punti di attesa, negli accessi, nei parcheggi e persino negli spazi esterni dove si svolgono attività convenzionate. Al momento non sono previste zone fumatori, anche se l'eventuale istituzione di spazi appositi verrà valutata in futuro.

Sanzioni salate per chi infrange il regolamento: da 27,50 a 275 euro, con multe raddoppiate se la sigaretta viene accesa in presenza di minori o donne in gravidanza. Ogni edificio avrà un responsabile incaricato di segnalare le infrazioni e attivare la procedura sanzionatoria. Per i dipendenti del Ruggi che non rispetteranno le regole, sono previsti anche provvedimenti disciplinari.

Il nuovo regolamento, in linea con le direttive dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, punta a favorire un cambiamento culturale duraturo: «Non si tratta solo di una questione sanitaria - ha dichiarato D'Amato a "La Città di Salerno" - ma di civiltà e rispetto per gli altri. È tempo di archiviare le vecchie abitudini e abbracciare un modello di tutela collettiva».