Tu sei qui: PoliticaA dieci giorni dalla frana, la strada a Furore è ancora chiusa. Marchese: «Riapertura non può dipendere solo dai privati!»
Inserito da (Redazione LdA), mercoledì 16 marzo 2022 11:16:55
Sono ormai 10 giorni che la Strada Regionale n. 366 "Agerolina" è chiusa al transito al Km 5+250, per mezzo di New Jersey, a causa di una frana, all'altezza di Furore.
«In qualità di capogruppo di minoranza contesto fermamente questo modo di fare. Non è ammissibile che la riapertura della strada dipenda esclusivamente dai privati».
A dichiararlo è la consigliera Antonella Marchese, che commenta l'ordinanza n. 11/2022, con la quale il sindaco di Furore, Giovanni Milo, ha individuato in sette cittadini i proprietari della ripa da cui è partito il masso responsabile della frana e ha ordinato loro di provvedere alla messa in sicurezza.
«Penso che Raffaele Ferraioli - commenta Marchese, ricordando l'ex sindaco - aveva mille e una ragioni nel sostenere che i poteri che la legge conferisce ai Sindaci per salvaguardare la pubblica incolumità (tanto più se gli interventi da porre in essere sono caratterizzati da un'oggettiva complessità tecnica e coinvolgono la viabilità e la sicurezza della collettività) legittimano il Comune, l'ente territoriale per eccellenza, o a provvedere direttamente e immediatamente o ad adoperarsi affinché si provveda in tempi rapidi e accettabili».
Secondo la capogruppo di opposizione, in casi del genere, vale l'art. 163 D.Lgs n. 50/2016, che recita: "In circostanze di somma urgenza che non consentono alcun indugio, il soggetto fra il responsabile del procedimento e il tecnico dell'amministrazione competente che si reca prima sul luogo, può disporre, contemporaneamente alla redazione del verbale, in cui sono indicati i motivi dello stato di urgenza, le cause che lo hanno provocato e i lavori necessari per rimuoverlo, la immediata esecuzione dei lavori entro il limite di 200.000 euro o di quanto indispensabile per rimuovere lo stato di pregiudizio alla pubblica e privata incolumità."
«In ogni caso, quando si verificano eventi siffatti e ci sono in gioco evidenti e plurimi interessi pubblici la natura del bene su cui occorre intervenire (privato nel caso di specie) non può essere l'unico ed esclusivo criterio di scelta. Amministratori battete un colpo, quantomeno aggiornateci sullo stato dell'arte!», chiosa.
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Fonte: Il Vescovado
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