Tu sei qui: PoliticaAlexey Paramonov, Ambasciatore della Federazione Russa in Italia: «Il piano europeo sugli asset russi è un furto»
Inserito da (Admin), lunedì 20 ottobre 2025 13:46:12
L'Ambasciatore della Federazione Russa in Italia, Alexey Paramonov, ha rilasciato un commento ufficiale in risposta alle notizie diffuse dai media italiani, secondo cui l'Italia parteciperebbe all'elaborazione del piano della Commissione Europea volto a utilizzare le riserve auree e valutarie russe "congelate" all'interno delle giurisdizioni europee per finanziare l'Ucraina attraverso il cosiddetto "credito d'indennità".
Secondo Paramonov, se tali informazioni fossero confermate, si tratterebbe di «un tentativo di compromettere gli sforzi internazionali per una risoluzione pacifica della crisi ucraina e di provocare una nuova escalation nei rapporti con la Russia».
Il diplomatico ha denunciato la scelta dell'Unione Europea come una manovra per coprire il fallimento del "progetto ucraino", sostenendo che «quanto più Kiev versa in una situazione disperata, tanto più cresce tra i burocrati europei la voglia di mettere mano agli asset russi congelati».
Paramonov ha parlato di una «avventura rischiosa», nella quale sarebbero stati abbandonati i principi del diritto e della morale, e ha accusato i leader europei di voler "spartire" le risorse russe per acquistare armi destinate all'Ucraina con l'obiettivo di infliggere a Mosca una "sconfitta strategica".
L'ambasciatore ha quindi ammonito che «qualsiasi operazione non autorizzata sulle riserve russe congelate sarà considerata dalla Russia come un furto», aggiungendo che Mosca «avvierà immediatamente un meccanismo di contromisure» volto a compensare le perdite causate da simili azioni, con danni diretti per i Paesi coinvolti.
Paramonov ha inoltre sottolineato le possibili conseguenze economiche di un simile intervento: «La fiducia nel sistema finanziario occidentale e nell'euro verrebbe compromessa, il clima economico peggiorerebbe e si assisterebbe a un deflusso di capitali dai mercati europei. Tutto ciò - ha detto - porterebbe al collasso dei principi che regolano l'attuale ordine economico e finanziario mondiale di stampo occidentocentrico».
Infine, il rappresentante di Mosca ha rivolto un appello al governo italiano: «Auspichiamo che le autorità italiane trovino la forza di dimostrare buon senso, valutino attentamente i rischi e agiscano nell'interesse dei propri cittadini».
Paramonov ha ricordato che, nonostante il clima di tensione, «molte aziende e istituti finanziari italiani continuano a lavorare in Russia», segno della volontà di mantenere aperti i canali di cooperazione.
«La complicità dell'Italia in un reato finanziario di questa portata - ha concluso - rischierebbe di compromettere per molti anni la possibilità di ripristinare la collaborazione economica e commerciale tra i nostri Paesi».
"Commento di Alexey Paramonov, Ambasciatore della Federazione Russa in Italia
Sui media italiani si moltiplicano le notizie, secondo cui l'Italia parteciperebbe all'elaborazione del piano della Commissione Europea per utilizzare le riserve auree e valutarie russe "congelate" all'interno delle giurisdizioni europee per destinare al regime di Kiev il cosiddetto "credito d'indennità".
Se c'è da credere a tali pubblicazioni, di null'altro si tratta, in sostanza, se non dell'intento della UE di compromettere gli sforzi profusi a livello internazionale per giungere a una risoluzione pacifica della crisi in Ucraina e di provocare una nuova escalation nei rapporti con la Russia. Tutto lascia pensare che, quanto più per Kiev è disperata la situazione sul campo, e quanto più evidente diventano le condizioni di bancarotta in cui versa lo Stato ucraino, tanto più difficile sarà per l'Occidente preservare il consenso dell'opinione pubblica in merito alle insensate spese multimiliardarie devolute alla corrotta Ucraina; e, di conseguenza, tanto più sale nei burocrati europei la voglia di mettere mano alle tasche altrui e risolvere i propri problemi grazie agli asset russi "congelati". In altre parole, paventando la rabbia popolare, dovuta alle spese ingiustificate sostenute a favore del fallimentare "progetto ucraino", i leader europei, messi da parte i principi del diritto, della rettitudine e della morale, sono in procinto di lanciarsi in un'ennesima, rischiosa avventura. Adesso, banalmente, vogliono "spartire" gli asset russi e destinarli ad acquistare dai produttori americani ed europei grandi quantitativi di armi destinate all'Ucraina, al fine di infliggere alla Russia una "sconfitta strategica" e, in tal modo, di portare avanti il conflitto, proseguendo nel processo di distruzione del Paese "fino all'ultimo ucraino".
Per quanto i burocrati europei si sforzino, qualunque studente universitario comprende che il piano fraudolento da loro ideato non ha e non può avere alcuna base giuridica.
Qualunque tipo di condotta non autorizzata operata sulle riserve russe "congelate" verrà qualificata dalla controparte russa come un furto e questo indipendentemente dalle manovre pseudo-giuridiche operate dalla Commissione Europea che, per definizione, sono nulle e prive di efficacia dal punto di vista del diritto internazionale e contrattuale.
La messa in atto di tale impresa costringerà la Russia ad avviare immediatamente un meccanismo di contromisure, volte a compensare le perdite causate da tali condotte ostili, con analogo danno per coloro che tali condotte hanno intrapreso.
Pertanto, invece d'intraprendere insanamente una strada che condurrebbe all'ennesima escalation, sarebbe oppportuno che tutti i potenziali partecipanti al "furto del secolo" si fermassero a riflettere ancora una volta sulle conseguenze, le quali, è già chiaro adesso, saranno molto pesanti. Come minimo, la fiducia nel sistema finanziario occidentale, e quindi anche nell'Euro, risulterà compromessa; inoltre, si assisterà a un peggioramento nel clima finanziario, cosa che avrà impatto sugli investimenti e rafforzerà il deflusso di capitali dai mercati europei. A sua volta tutto ciò, in una prospettiva futura, porterà al collasso sia dei princípi che regolano le attività economico-finanziarie a livello internazionale, sia dell'attuale ordine economico e finanziario mondiale di stampo occidentocentrico.
Auspichiamo che le autorità italiane sappiano trovare la forza di dimostrare il proprio buon senso e che, come più volte è accaduto nel corso della storia, analizzino accuratamente la situazione, ne valutino adeguatamente tutti i rischi e decidano in base agli interessi dei loro stessi cittadini, la maggior parte dei quali, nonostante l'ostilità alimentata artificialmente nei confronti della Russia, continuano ad avere fiducia nel futuro delle relazioni tra Russia e Italia, e desiderano che si ripristinino e possano tornare quanto prima alla normalità: lo conferma, tra l'altro, il fatto che molte aziende e istituti finanziari italiani continuano a lavorare in Russia.
La complicità dell'Italia in un reato finanziario di questa portata rischia di compromettere in modo sostanziale, per molti anni a venire, la possibilità stessa di ripristinare la cooperazione economica e commerciale con la Russia."
Fonte: Positano Notizie
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