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De Luca e la condanna per abuso d’ufficio: «Legge Severino non mi fa né caldo né freddo»

Il candidato PD alle Regionali torna a parlare della legge che, in caso di elezione, potrebbe impedirgli di sedere sulla poltrona di governatore

Inserito da (redazionelda), lunedì 9 marzo 2015 11:17:15

La querelle su Vincenzo De Luca, vincitore delle Primarie del centrosinistra alla Regione Campania, continua durante una intervista con Lucia Annunziata a ‘In 1/2 ora' su Rai Tre. Condannato in primo grado per abuso d'ufficio, De Luca attacca la Legge Severino, votata tra l'altro anche dal PD. De Luca chiarisce che a lui la Legge Severino non fa «né caldo né freddo» perché «il problema è del Parlamento». Il paradosso secondo De Luca sta, infatti, nel fatto che la legge, a causa del comma 64, venga applicata per i funzionari pubblici e non all'interno del parlamento. L'essere immuni dagli effetti della Severino renderebbe i parlamentari dei privilegiati. «La legge va difesa, ma qualcosa va corretto» dice, e questo qualcosa è il comma 64, che «va modificato per la dignità del parlamento italiano».

Lucia Annunziata fa notare che mentre una legge è ancora in vigore bisogna rispettarla, mettendo così in discussione la candidatura alle regionali di De Luca. «Io mi sono candidato rispettando tutte le leggi dello Stato che mi consentono di essere eletto; se interviene la Severino interviene il Tar e mi reintegra». Dunque, è il Parlamento a fare leggi assurde, conclude De Luca. Renzi, di cui egli si ritiene sostenitore convinto, non vuole cambiarla perché non è il governo a dover modificare le leggi, bensì il Parlamento; i parlamentari però «sono intimoriti e invigliacchiti». E questo, in pratica, non sarebbe un problema suo.

Lucia Annunziata replica prontamente, affermando che la Legge Severino proibisce anche ai condannati di ricoprire cariche pubbliche e tra l'altro non l'ha votata un passante, ma il PD di cui lui stesso fa parte. «La mia condanna - si difende - consiste nell'aver utilizzato per la prima volta il termine project manager invece che coordinatore di lavoro». Lucia Annunziata non è d'accordo a ridurre l'accusa ad una quisquilia di carattere linguistico; il suo interlocutore - specifica - è stato condannato perché ha delegato a project manager del termovalorizzatore «il capo del suo staff». De Luca la liquida in fretta: «era il più efficace dirigente che avevamo».

Alla fine dell'intervista si parla di camorra. De Luca disapprova il consiglio che lo scrittore Roberto Saviano aveva dato ai cittadini, quello di non votare alle primarie. «Io ho molto rispetto di Saviano» afferma, «ma deve fare attenzione a un pericolo: quello di innamorarsi della propria immagine». L'immagine della Camorra che si dà è generalizzata e non del tutto veritiera, conclude.

Quando Lucia Annunziata tenta di accomunarlo a Salvini, egli dice: «Non ho clienti, non ho padroni, non ho padrini». Il suo ruolo è quello di dover dare conto soltanto agli elettori.

Fonte: Il Vescovado

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