Tu sei qui: PoliticaDipendenti comunali in rivolta
Inserito da Il Salernitano (admin), lunedì 27 gennaio 2003 00:00:00
Dipendenti comunali di nuovo sul piede di guerra. Ritorna, dunque, a Cava de' Tirreni, lo stato di agitazione dei dipendenti comunali, che manifestano apertamente contro le decisioni assunte dall'Amministrazione guidata dal sindaco Alfredo Messina. Venerdì scorso si è svolta un'assemblea sindacale dai toni infuocati. Sul tavolo delle trattative che hanno innescato il nuovo braccio di ferro tra amministratori e "comunali" c'è il riassetto del personale per i concorsi interni. Opinioni differenti tra i partecipanti e momenti di tensione l'hanno fatta da padrone in una cornice caratterizzata dalle diversi posizioni nel rapportarsi con l'Amministrazione Messina. Uno scontro forte, che ha avuto il suo fulcro nella questione relativa ai nuovi orari di lavoro, mal digeriti dai sindacati della "triplice" (Cgil, Cisl e Uil), dai sindacati autonomi e dai dipendenti comunali. Una questione difficile, quella dei rapporti tra le due parti, che va avanti da diverso tempo. Ad innescare i malumori, nel mese scorso, fu lo slittamento del pagamento degli stipendi di dicembre al mese di gennaio. Nell'occhio del mirino di nuovo le fasce più deboli dell'apparato burocratico metelliano che stavolta, più di prima, sembrano intenzionate a portare avanti la battaglia per arrivare ad un tavolo di concertazione serio, che converga su interessi comuni. L'ascia di guerra è stata disseppellita e non sono da escludersi forme estreme di lotta, come lo sciopero generale dei "comunali". Sciopero che fu già scongiurato a dicembre, allorquando i dipendenti decisero di limitarsi a boicottare la consueta conviviale di fine anno organizzata da Messina e company. La bagarre è solo all'inizio e le proteste - fanno sapere i dipendenti - proseguiranno con altre manifestazioni. «Ancora una volta - hanno tuonato durante l'assemblea le maestranze sindacali ed i dipendenti - l'Amministrazione comunale glissa le trattative con le parti sociali e con i diretti interessati. Ci vengono chiesti ulteriori sacrifici, a fronte del raggiungimento di non meglio specificati obiettivi. Consideriamo tale questione un ulteriore abuso e tuteleremo la nostra posizione presso le sedi competenti».
Fonte: Il Portico
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