La via che conduce alla presentazione delle liste e dei rispettivi candidati si fa sempre più stretta: da una parte perché il tempo stringe e dall'altra, perché il numero di posti disponibili tra Camera e Senato è diminuito a seguito del taglio del numero dei parlamentari.

"Resto dove sono, non vado da nessuna parte. Onorerò con orgoglio fino alla fine il mio impegno nel Governo Draghi".

Le parole sono di Renato Brunetta, il ministro della Pubblica amministrazione che, ultimo della lista, ha svelato quale sarà il suo futuro politico, annunciando che non si ricandiderà alle prossime elezioni, dopo settimane di tira e molla, silenzi e supposizioni.

In molti pensavano che dopo Gelmini e Carfagna, Azione e il suo leader, Carlo Calenda fossero pronti a spalancare le porte all'ex azzurro.

Brunetta, però, ha scelto altrimenti, consegnando in un lungo messaggio sui social dai toni istituzionali la sua volontà. Anche lui vittima del terremoto politico causato dalla caduta del Governo Draghi, tornerà probabilmente a fare il docente universitario e sicuramente si occuperà di più di Venezia (la mia città, dice) e della sua famiglia.

Molti invece, tra i profili tecnici dell'attuale governo, potrebbero chiudere la parentesi politica e ritornare alle loro precedenti attività: tra questi Luciana Lamorgese, consigliera di Stato, Marta Cartabia, docente di diritto Costituzionale e Vittorio Colao.

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