Tu sei qui: PoliticaFratelli d’Italia Costa d’Amalfi: «La sinistra affonda il piano di zona: quando il sociale per la politica è solo clientelismo e propaganda»
Inserito da (Redazione il Vescovado Notizie), venerdì 6 giugno 2025 17:09:20
Il dibattito sul Piano di Zona della Costiera Amalfitana è diventato oggetto di forti polemiche politiche. Dopo che i sindaci di Cava de' Tirreni e Cetara hanno denunciato la mancata erogazione dei fondi destinati al sociale, attribuendo la colpa a chi ha votato contro l'atto, Fratelli d'Italia Costa d'Amalfi ha posto interrogativi sulla gestione e sull'efficacia del sistema sociale. Il vero problema risiederebbe nella sostanza della gestione e nell'incapacità di spesa.
Di seguito il testo integrale.
Tanta ipocrisia dietro l'indignazione del sindaco di Cava de Tirreni, Servalli, del sindaco di Cetara, Della Monica (in quota PD), e del gruppo "Cava in Azione" aderente al movimento di Calenda, che hanno denunciato un presunto sabotaggio dei servizi sociali da parte di chi ha votato contro l'atto. È bene però fare chiarezza: NON È ASSOLUTAMENTE VERO che non potranno più essere garantiti i servizi . Esiste già oggi il Piano di Zona, che in molte altre realtà della Campania continua a garantire l'erogazione dei servizi in forma associata senza la necessità di aziende speciali. Non saremmo l'unico caso: anzi, è la normalità.
IL VERO PROBLEMA NON È LA FORMA, MA LA SOSTANZA. Il Piano di Zona Cava-Costa d'Amalfi, fino a pochi anni fa, era un modello virtuoso riconosciuto a livello nazionale. Un fiore all'occhiello della buona amministrazione sociale, capace non solo di assicurare i servizi ordinari, ma anche di reperire fondi per gestioni straordinarie a beneficio dei cittadini. Oggi, invece, con la guida del centrosinistra a Cava, QUEL MODELLO È STATO AFFOSSATO.
Il dato oggettivo è L'INCAPACITÀ TOTALE DI SPESA DA PARTE DELL'ATTUALE GESTIONE. Sono stati stanziati OLTRE 5 MILIONI DI EURO per il Fondo Povertà e, in più di cinque anni, NON SONO STATI UTILIZZATI. Nel frattempo, cooperative, associazioni e aziende del terzo settore che operano sul territorio NON VENGONO PIÙ PAGATE. Questo è il reale stato dell'arte della gestione attuale. Altro che richiami alla responsabilità: SIAMO DAVANTI A UN FALLIMENTO TOTALE.
L'AZIENDA SPECIALE NASCE COME UN POLTRONIFICIO, NON COME UNA INNOVAZIONE . La verità è che tutte le cariche interne all'azienda si sono dimesse: il Consiglio di Amministrazione, la Vicepresidente dell'Assemblea. Non si è dimesso però il Presidente dell'Assemblea, ovvero il sindaco di Ravello Paolo Vuilleumier, in quota PD, il cui mandato non ha scadenzaun po' come funziona nelle monarchie! Il Revisore dei Conti dell'azienda poi è il fratello di un consigliere comunale in maggioranza a Cava. UN FATTO GRAVISSIMO, CHE MINA LA CREDIBILITÀ DELL'INTERA GOVERNANCE, tanto che una parte della stessa maggioranza del Comune di Cava ha votato controle modifiche statutarie non essendo più disposto a firmare cambiali politiche per tenere in piedi un sistema di poltrone.
QUESTA NON È PROGRAMMAZIONE. È PROPAGANDA. Non è una riforma, è un carrozzone costruito per la prossima campagna elettorale. Nasce così solo perché le decisioni non rispondono più ai bisogni dei territori, ma alle ambizioni del CAPO che li comanda.
Ma nel quadro del Consiglio comunale di Cava de' Tirreni si scorge un altro spettacolo indecoroso. Alcuni consiglieri comunali, dopo essersi tesserati con Forza Italia, invece di sedersi tra i banchi dell'opposizione come sarebbe logico e coerente, restano in maggioranza, al solo scopo di mantenere la poltrona dell'assessorato alle Politiche Sociali tramite l'assessore Del Vecchio e quella di Barbuti come Presidente del Consiglio Comunale. Un comportamento che ha un solo nome: TRASFORMISMO.
Nel frattempo, la sinistra si riempie la bocca con parole come "inclusione", "servizi", "solidarietà", ma quando si tratta di investire seriamente nel sociale, si tira indietro. Il fondo di dotazione dell'Azienda, inizialmente previsto in 650.000 euro, oggi si vuole ridurre a 25.000 euro, una cifra ridicola e offensiva persino per un ente di volontariato. E si pretende di farlo senza alcun piano sostenibile, senza un confronto con i territori, senza una rendicontazione sui costi e sui benefici.
La nostra proposta è chiara: servizi sociali efficienti, strutture snelle, personale qualificato, spesa efficace, senza interessi di parte. PERCHÉ IL SOCIALE NON È UNA POLTRONA, È PIUTTOSTO UNA RESPONSABILITÀ.
Coordinamento FDI Costa d'Amalfi
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Fonte: Il Vescovado
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