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Furore, accesso ancora negato al Fiordo: se ne discuterà stasera in una conferenza

Inserito da (redazionelda), sabato 14 maggio 2016 07:26:45

Sarà presentata stasera (sabato 14 maggio), alle 18, presso la sala "Federico Fellini" di Furore, a cura dell'Università Popolare "Terra Furoris", la tesi di laurea in Diritto Europeo dei Beni Culturali conseguita presso 'l'Università Federico II di Napoli - Dipartimento di studi umanistici da Luana Fischetti da Grottaminarda.

La neo dottoressa in Organizzazione e Gestione del Patrimonio Culturale e Ambientale sarà al centro di un ampio dibattito che vedrà la partecipazione del sindaco Raffaele Ferraioli.

L'occasione sarà quanto mai propizia per parlare dei problemi che attanagliano il Fiordo, tuttora interdetto a causa del fenomeno della caduta massi dal costone e da sempre sottratto alla fruibilità della comunità di appartenenza. Un gioiello "negato" ai Furoresi e per questo abbandonato a sè stesso: lontano dagli occhi e lontano dal cuore.

Il sogno di collegare la zona collinare di Furore alla sua marina è stato più volte infranto. Da poco più di un anno è stata rilanciata l'idea dell'ascensore in roccia, già boicottata negli anni Ottanta dagli ambientalisti e dal Soprintendente dell'epoca, De Cunzo. L'opera saltò e il finanziamento andò perduto, nonostante il parere assolutamente favorevole dell'Ispettore Secchi Tarugi, inviato dal Ministero dei Beni Culturali a visionare i luoghi e che così ebbe a esprimersi: «Il Fiordo potrà rivivere solo quando sarà stato "restituito" ai suoi legittimi "proprietari", relegati in collina e quasi espulsi dal loro territorio più autentico. Furore ha bisogno del Fiordo come suo legittimo "posto al sole». Il Fiordo ha bisogno del suo paese per affrancarsi dalla condizione di pura e semplice "cartolina" per escursionisti di passaggio.

Saranno questi i temi del dibattito che si annuncia molto partecipato e acceso. Ferraioli affrontò fin dai primi anni del suo mandato amministrativo (anni Ottanta) i due problemi più assillanti: l'inquinamento del Rio Penise e della spiaggia e subito dopo il recupero e il riuso del patrimonio protoindustriale in via di totale degrado. Grazie a un sistema tecnologicamente avanzato fu realizzato l'intubamento dell'effluente del depuratore di Agerola, attraverso due salti idraulici di complessivi 450 metri, tre collettori fognari in galleria per una lunghezza di circa due chilometri e di una condotta sottomarina con smaltimento in acque profonde lunga circa 500 metri con diffusore a circa 90 metri di profondità, oltre 40 metri al di sotto del termoclino. Sistema che si è rivelato eccezionalmente efficace in tutti questi anni. Il Fiordo "risanato" fu poi oggetto di un intervento di

restauro di tutto il patrimonio edilizio esistente ed in particolare delle strutture protoindustriali (cartiere, mulini, monazzeni), con l'acquisizione al patrimonio comunale e con il riuso quale Ecomuseo (il primo e tuttora l'unico in Campania, senza parlare della costa d'Amalfi, che presenta un patrimonio analogo ormai in via di crollo).

 

Bisognerà ridefinire il concetto di tutela, da intendere in senso attivo e non passivo, tenuto conto che il "paesaggio non è un quadro dipinto una volta per sempre", ma una realtà in continua evoluzione e come tale da governare, da gestire con oculatezza, giammai da ingessare o da mummificare.

Sarà interessante affrontare anche il problema del Piano di Gestione del sito UNESCO ormai definitivamente approntato dal Centro Universitario per Beni Culturali di Ravello in collaborazione con la Soprintendenza, ma che rischia di essere un puro e semplice "divertissement", non avendo cittadinanza giuridica e non potendo, per tale motivo, produrre alcun effetto, né in positivo, né in negativo. Eppure il lavoro svolto, coordinato dal professor Ferrigni dell' Università di Napoli è davvero encomiabile.

 

Fonte: Il Vescovado

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