Tu sei qui: PoliticaIncompatibilità, nessun pericolo per Messina
Inserito da Il Mattino (admin), lunedì 6 maggio 2002 00:00:00
Il sindaco Alfredo Messina (nella foto in alto) non è incompatibile: non per sentenza, ma per legge. Il Parlamento, infatti, ha chiuso definitivamente la vertenza giudiziaria sollevata, per conto di An, dall'onorevole Edmondo Cirielli e dai consiglieri Marco Galdi e Luigi Napoli e, per conto della Quercia, dai consiglieri Antonio Armenante, Michele Coppola, Francesco Musumeci e Pasquale Pisapia, e dall'elettore Adolfo Salsano, difesi tutti dall'avvocato Francesco Lupi. È stato l'articolo 3ter della legge 75 del 24 aprile a confermare nella carica Messina. L'emendamento ha sancito che «la costituzione di parte civile nel processo penale non costituisce causa di incompatibilità» e che «la presente disposizione si applica anche ai procedimenti in corso». La norma ha anche stabilito che la pendenza di una lite in materia tributaria ovvero di una lite promossa con azione popolare da un elettore «non determina incompatibilità». La "novella" è in vigore già da una settimana. Dunque, il Tribunale civile, chiamato a pronunziarsi il 21 maggio, non potrà che prendere atto della volontà del Parlamento. Sempre il 21 maggio si svolgerà il processo del Parco Trapanese a carico di Messina, rinviato a giudizio per il reato di abuso di ufficio. Sotto processo sono anche l'ex sindaco, Raffaele Fiorillo (nella foto al centro), l'ex assessore all'Urbanistica, Alfonso Laudato, l'ex dirigente dell'Utc, Mario Mellino, il tecnico Eugenio Tenneriello ed il titolare dell'impresa che ha realizzato sulla Badia la lottizzazione. Messina, che all'epoca era a capo dell'Ufficio Legale del Comune, ha ottenuto dalla II Sezione penale il rito abbreviato. Nella causa si è costituito parte civile l'elettore Teodoro Iacobucci. Nel frattempo un altro elettore, Mario Colucci, ha citato in giudizio Messina, Laudato (nella foto in basso) e gli altri imputati per ottenere la condanna al risarcimento di tutti i danni provocati al Comune dalle loro azioni od omissioni. Dopo i ricorsi elettorali, l'avvocato Antonio Brancaccio, difensore del sindaco, ha depositato un'ampia memoria in cui sostiene che i ricorsi di An e Ds sono inammissibili ed infondati, perché non sussiste la dedotta incompatibilità. Ad avviso del legale, infatti, il sindaco Messina non ha liti pendenti con il Comune, perché la costituzione, quale parte civile, di un attore popolare (Iacobucci) non sostanzia per la lite che dà luogo alla dichiarazione di decadenza. Per ben due volte, nel 1998 e nel 2001, la Giunta comunale aveva deciso di non costituirsi parte civile. Il 13 gennaio 2000, poi, il Tribunale penale aveva rigettato la richiesta del Pm di nominare un curatore speciale per deliberare, in sostituzione della Giunta, la costituzione di parte civile del Comune. Per gli eventuali danni patrimoniali, comunque, competente a decidere è la Corte dei Conti.
Fonte: Il Portico
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