Tu sei qui: PoliticaL'opposizione si processa
Inserito da (admin), giovedì 25 marzo 2004 00:00:00
Il voto di astensione espresso dai diessini Armenante e Pisapia e dal rappresentante della Margherita, Ragni, sul Piano triennale delle opere pubbliche ha scatenato una vera e propria tempesta nella Quercia. Durissimi i commenti, avviato un processo.
Mentre Pierfederico De Filippis della Margherita rimane attonito ed invita tutti ad una profonda riflessione per riavviare concretamente i rapporti nel centrosinistra, Flora Calvanese denuncia l'atteggiamento di basso profilo tenuto in Consiglio comunale dall'opposizione. L'ingegnere Alfonso Lambiase si rammarica come le menzogne e le mistificazioni possono aver toccato anche coloro che, per ideologia ed appartenenza, avrebbero dovuto esprimere un netto no. È una situazione di grave malessere che si avverte nel fronte del centrosinistra. Tuona Flora Calvanese: «Stiamo rischiando di far apparire il centrodestra come il campione della lotta all'abusivismo, quando invece sono loro che hanno approvato la legge sul condono ed ora lo hanno addirittura prorogato, favorendo la costruzione di altre case abusive, e noi quasi i difensori di un presunto abusivismo di necessità. Infine, abbiamo affidato l'opposizione a Marco Galdi ed Emilio Maddalo, espressione del polo berlusconiano, contro le continue violazioni di legge o l'uso arrogante e clientelare del potere. È incredibile come non si riesca nel centrosinistra a coordinare un'azione incisiva di opposizione». E su quest'ultimo punto Pierfederico De Filippis insiste: «Occorre riprendere il bandolo della situazione, ritrovare il comune denominatore e lavorare uniti per il consolidamento dell'opposizione. C'è troppa frattura tra i partiti ed i gruppi consiliari: non sostituirsi, ma coordinare l'azione». L'ex assessore ai Lavori Pubblici, Alfonso Lambiase, vuole smascherare le mistificazioni di un Piano che non ha nulla da spartire con quello di Fiorillo per impostazioni, metodologia, contenuti. «Nel Piano triennale delle opere di Messina non esiste - spiega - alcuna premessa di sviluppo dinamico della città, né si intravedono possibilità di finanziamenti nell'Agenda 2000 e nei Por o Pit della Regione. Le uniche poste economiche finanziarie sono quelle lasciate in eredità da Fiorillo e sono state stravolte completamente in senso negativo, con l'introduzione di varianti dannose che la comunità cavese sarà chiamata a pagare salatamente». Si difendono dalle accuse di "sottomissione" alla Giunta Messina, intanto, i consiglieri Antonio Armenante e Pasquale Pisapia. «Abbiamo votato contro il Bilancio - dicono - ma ci è sembrato giusto astenerci nel caso delle opere pubbliche come atto di coerenza».
Fonte: Il Portico
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