Tu sei qui: PoliticaMaiori: raccolta e smaltimento rifiuti a società in house, i dubbi delle minoranze
Inserito da (redazionelda), giovedì 12 ottobre 2017 09:28:52
Dal 2018 il Comune di Maiori gestirà in proprio il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani attraverso la Miramare Service srl, una società in house creata ad hoc. L'operazione, presentata nel corso del Consiglio comunale del 2 ottobre scorso, è stata partorita dall'Amministrazione Comunale guidata dal sindaco Antonio Capone attraverso un complesso studio capogruppo di maggioranza, il dottore commercialista Andrea Gatto, delegato alle partecipate.
Da Palazzo di Città si prevedono miglioramenti immediati nel servizio di raccolta e un notevole risparmio nel tempo nelle tasche dei cittadini.
Lo stesso Gatto ha confermato, nel corso del suo intervento, che i costi del servizio sono già ridotti - seppur di poco - ma confermano il buon lavoro svolto per questo settore che nei cinque anni della precedente amministrazione aveva avuto costanti aumenti.
Il sindaco Capone ha sottolineato che la Miramare Service srl sarà al servizio della cittadinanza al di là del variare delle amministrazioni allo scopo di garantire servizi essenziali di livello, con risparmi notevoli in termini di costi gestione. Per questo la scelta della governance della nuova entità, l'Amministrazione comunale afferma di essere stata attenta ad utilizzare criteri di scelta "del buon padre di famiglia". Amministratore sarà Gabriele Di Pietro, già Presidente (dal 2007 al 2011) della SOGESA, partecipata pubblica di gestione dei rifiuti, e che ora lavora alla ECO.LAN, altra società di servizi ambientali di proprietà pubblica.
Diverse perplessità sono state mostrate dalle minoranze unite, formate dai consiglieri Enrico Califano, Valentino Fiorillo, Maria Teresa Laudano, Lucia Mammato che in una nota trasmessa al Vescovado spiegano che:
«Alla nuova azienda i cittadini e imprese maioresi (almeno quelli di loro che pagano la spazzatura) pagheranno più o meno due milioni di euro all'anno.
Per questo, come da noi proposto il 27 luglio scorso in Consiglio, l'amministratore andava selezionato con una procedura ad evidenza pubblica, o almeno affidandosi a primarie società di ricerca di personale.
Parole al vento.
Dal cilindro di Capone è spuntato il perito agrario teramano Gabriele Di Pietro, già Presidente (dal 2007 al 2011) della SOGESA, partecipata pubblica di gestione dei rifiuti, e che ora lavora alla ECO.LAN, altra società di servizi ambientali di proprietà pubblica.
Fin qui, nulla da eccepire, se non che la candidatura del Signor Di Pietro, così come quella pervenuta da altri due candidati, è evidentemente piovuta dal cielo con annesso angelo custode (tant'è che il protocollo del Comune non ne ha notizia).
In più, il nuovo amministratore dev'essere anche un filantropo, perché per dirigere la società e rappresentarla di fronte a terzi ed in giudizio, gli bastano 314 euro al mese.
Per favore, diteci chi sono gli angeli custodi, non fosse che per ringraziarli.
Ma c'è dell'altro. Risulta che per il Signor Di Pietro la magistratura ha richiesto a settembre scorso un rinvio a giudizio per bancarotta preferenziale per il crac che è costato milioni di euro alla Sogesa e il posto a una cinquantina di lavoratori.
Quindi adesso siamo tutti più tranquilli, perché abbiamo una specie di polizza assicurativa completa di esperienza che ci copre dalla culla alla tomba delle società pubbliche di igiene urbana.
Non facciamo i giudici, naturalmente, e ne aspettiamo fiduciosi le decisioni, augurando al Signor Di Pietro di chiarire senza ombre la propria personale condizione.
Però qualcosa da chiarire con Capone e i caponiani ce l'abbiamo.
Che Sindaco e compagni non si siano documentati adeguatamente ci può stare: sono gli ormai abituali standard della loro ormai caratteristica "half-assed administration" (si sa.. "le scartoffie non servono"); ma che il candidato Di Pietro non abbia avuto la decenza di informarli ci conduce a un bivio: o il nuovo amministratore ha un problema grave di etica delle relazioni professionali o risponde ad altri e non al Comune di Maiori.
Perciò provate a spiegare a noi e ai maioresi prima perché l'avete scelto, e poi come fanno adesso ad esistere le condizioni di fiducia alla luce della mancata informazione al Consiglio del suo status di indagato.
Sempre che questa scelta l'abbiate fatta davvero voi senza "l'aiutino" di qualcun altro».
Fonte: Il Vescovado
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