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Messina contro Baldi, la guerra delle mogli

Inserito da (admin), lunedì 11 luglio 2005 00:00:00

Messina con un pubblico manifesto indica nei 16 firmatari del golpe i nemici della città. La moglie, Gabriella Petrulio, scrive a Giovanni Baldi e lo accusa di aver barato. Immediata la risposta di Annamaria Rocco, consorte di Baldi, che difende l'identità, la storia e lo stile del marito. Due donne determinate, intelligenti, dedite alla professione (sono entrambe docenti) ed alla cura della famiglia. Sempre pronte ad alzare barriere per proteggere la privacy dei coniugi. Mai protagoniste, sempre discrete, all'ombra dei due uomini politici. Gabriella ed Annamaria, due storie di una grande tensione morale. Il colpo è stato forte anche per Gabriella, che è uscita allo scoperto con tempismo e determinazione ed ha lanciato pesanti accuse a Giovanni Baldi: «Ti abbiamo considerato un amico, ma ci eravamo sbagliati. Hai simulato e giocato sporco e su più tavoli già da molto tempo, senza il coraggio della parola, ma con la viltà di un coniglio. Anche per te in politica vale più la forza dei numeri che quella dei rapporti personali. Sei anche tu come tutti gli altri». Annamaria comprende l'amarezza del momento, ma non può accettare le accuse al marito, che in nome dell'amicizia aveva tenuto in piedi un rapporto politico che certamente avrebbe rotto subito se fosse stato quello descritto dalla signora Messina. Replica così la signora Baldi: «Giovanni ha per cultura, per famiglia, per propria disponibilità, il culto dell'amicizia ed il rispetto dell'altro». La storia politica di questi ultimi mesi parla di molti incontri tra i due, nei quali Giovanni Baldi, alla luce dell'esperienza vissuta nella campagna elettorale, aveva chiesto un'inversione, una sterzata nella conduzione politico-amministrativa. Ed il voto sulla riduzione degli assessori fu un determinante segnale. Qualcosa era cambiato nei rapporti politici. Ma la Petrulio insiste: «Hai scritto una pergamena nera, fitta di richieste, sulla quale hai fatto il conto della lavandaia da esibire in cambio dei servizi da rendere al migliore offerente». «E' un'accusa ingiusta - ribadisce Annamaria - Giovanni aveva rinunciato alla candidatura a sindaco, avendo riscontrato una diversità di vedute nella coalizione che lo appoggiava. Poteva starsene fuori ed invece volle stare al fianco di Messina e lo ha sostenuto con lealtà ed onestà intellettuale. L'atto compiuto è un atto annunciato, prevedibile e non certamente perché è dietro l'angolo un nuovo offerente». Ma la signora Petrulio è scatenata ed alza sempre più il tiro: «Buona fortuna Giovanni, se ancora avrai un futuro politico tu ed i tuoi compagni di strada, esperti in trasformismo di bassa lega. Con loro finalmente sarai in buona compagnia, ma con me non abusare mai più della parola amico». La signora Annamaria legge la lettera inviata al coniuge: nei suoi occhi si avverte una profonda amarezza. E' il valore dell'amicizia tradito. «Un'amicizia, non condivisa fino in fondo dall'altra parte, né capita e forse non meritata. Purtroppo, bisogna prendere atto che, come affermava una nota scrittrice, vi sono momenti in cui tacere è colpa grave, parlare diventa un obbligo, un dovere civile ed una sfida, morale. Un imperativo categorico a cui bisogna obbedire e mai sottrarsi». Non aggiunge altro. Sa che la polemica servirebbe solo ad acuire un rapporto nato dalla compartecipazione ad un progetto politico, sul quale era nato anche un sodalizio umano, oggi dalla stessa politica dissolto.
Gabriella ed Annamaria, mogli contro
Gabriella Petrulio ed Annamaria Rocco, le due first lady del Palazzo di Città. La prima del sindaco Messina, la seconda del presidente del Consiglio comunale, protagoniste del dopo golpe a Messina. Due donne fisicamente diverse: la prima bruna, la seconda bionda, entrambe sportive. Diverse sì, ma unite da un comune interesse per la professione e la famiglia. Gabriella Petrulio, di nascita avellinese, ha studiato e vissuto per lungo tempo a Salerno. Laureata in Lettere classiche, ha insegnato negli ultimi anni a Cava. Madre di Annabella (avvocato), Barbara (architetto e docente universitario) e Laura (avvocato). Annamaria Rocco, salernitana di nascita, maestra elementare, ha insegnato a lungo in Provincia, da alcuni anni è a Cava. Sposata giovanissima, ha due figli: Torquato, universitario, e Carmen, alunna del IV Liceo Scientifico. Entrambe piene di interessi culturali, tra cui poesia, letteratura e pittura.

Fonte: Il Portico

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