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Messina impone il ‘silenzio dei fatti'

Inserito da Il Mattino (admin), lunedì 31 dicembre 2001 00:00:00

Il "silenzio dei fatti" è la nuova regola che il sindaco ha imposto a Palazzo di Città. E' un Messina (foto in alto) sempre più deciso e determinato a realizzare il progetto di città, che ha illustrato alla gente in campagna elettorale e sul quale ha chiesto il consenso. Ed oggi, che siede sullo scranno più alto del Palazzo, vuole mantenere l'impegno assunto. In questi mesi si è mosso con l'entusiasmo che accompagnò il suo ingresso nel Palazzo da dirigente dell'Ufficio Legale e che oggi ha trasfuso nell'impegno di sindaco. Ma le polemiche, le querelle che hanno caratterizzato ed accompagnato questi mesi di gestione, lo hanno turbato: di qui il diktat a se stesso ed ai suoi collaboratori. «Oggi si ha bisogno di meno polemiche e più fatti, di meno parole e più opere pubbliche, di meno proclami e più servizi. Queste sono le coordinate secondo le quali la Giunta Messina si sta muovendo - ha affermato Pasquale Petrillo, responsabile della segreteria del sindaco Messina - ed ha chiesto a tutto il silenzio dei fatti». Proveniente anche dalla scuola Abbro, del quale, unitamente ai vari Mario Mellini, Eraldo Petrillo, Gerardo Canora ed altri dirigenti di allora, fu solerte " servitore" dell'Istituzione, Alfredo Messina ha appreso che lavorare, produrre, tener presente le esigenze reali della gente, badare alla sostanza e non all'effimero, conseguire risultati che producano effetti visibili e benefici positivi negli anni e non giovamento immediato, ma non risolutivo, devono guidare l'azione di un buon sindaco. «Agli amministratori - continua Pasquale Petrillo (nella foto al centro) - tocca far parlare i fatti, le opere pubbliche realizzate, i servizi migliorati, le occasioni di occupazione prodotte, l'abbellimento della città; all'opposizione il ruolo di contrastare, criticare, proporre alternative, nel rispetto delle persone e nell'interesse supremo della città». Sono trascorsi ormai sette mesi dall'insediamento e si è alla vigilia del nuovo anno che si apre. Messina appare soddisfatto: ha messo in moto la sonnacchiosa macchina comunale, ha creato le condizioni, anche se mancano alcuni tasselli, perché il progetto di città, il sogno che ha accarezzato e che ha interessato tantissimi cittadini, possa incominciare a diventare realtà. Con l'approvazione del Bilancio di previsione per il 2002 ed il piano triennale delle opere pubbliche sono stati istituiti i paletti da dove partire. Alle spalle le polemiche, oggi è il futuro che si deve aprire per la città. È la politica dei piccoli passi, la realizzazione di cose pensate, ma soprattutto finalizzate: è uno dei primi segnali. E questo non è facile, Messina lo sa: l'esperienza maturata da dirigente e da politico lo hanno fortificato e maturato.

Una regia unica

Di qui la necessità di una mente unica, che riesca ad essere un regista molto razionale, che riesca ad assemblare una serie di idee, che possa non solo rilanciare il decoro e le tradizioni della città, ma che possa essere funzionale per il bilancio economico della stessa: un'idea, questa, che sconvolge la logica del passato e crea non poche perplessità e dubbi. Ma Messina tira avanti ed il suo sogno incomincia a prendere le prime forme: piazze che si trasformano; opere pubbliche corrette alla luce di una Cava che restituisca ai cavesi il ruolo e la identità che sono proprio loro consoni; frazioni che recuperino la propria dignità in una visione stellare rispetto al nucleo cittadino. Sì, proprio quei "pendii", che per secoli hanno costituito la storia della città, possano ritornare vivibili, essere luoghi di aggregazione sociale e di rivitalizzazione delle attività commerciali ed artigianali. Una Cava che deve cambiare fisionomia nel giro di dieci anni. Ed è questo che indica Messina ai suoi cittadini a fine anno: sognare ad occhi aperti ed incrociare le dita perché diventi realtà.

Fonte: Il Portico

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