Tu sei qui: PoliticaPaolo Imperato rinuncia a difesa di Amalfitano per ruolo in Fondazione Ravello: palese il conflitto d'interessi
Inserito da (redazionelda), domenica 26 gennaio 2020 15:25:13
RAVELLO - L'avvocato Paolo Imperato costretto a rinunciare alla difesa di Secondo Amalfitano nella controversia giudiziaria con la Fondazione Ravello dopo il suo licenziamento da Villa Rufolo. Un atto dovuto, in seguito alla nomina di Imperato, da parte del Comune di Ravello, a componente il Consiglio Generale d'Indirizzo della Fondazione.
Già, perché i due incarichi espletati contemporaneamente avrebbero determinato un palese conflitto d'interessi. L'articolo 24 del Codice Deontologico Forense, infatti, recita che «L'avvocato deve astenersi dal prestare attività professionale quando questa possa determinare un conflitto con gli interessi della parte assistita e del cliente o interferire con lo svolgimento di altro incarico anche non professionale. 2. L'avvocato nell'esercizio dell'attività professionale deve conservare la propria indipendenza e difendere la propria libertà da pressioni o condizionamenti di ogni genere, anche correlati a interessi riguardanti la propria sfera personale. 3. Il conflitto di interessi sussiste anche nel caso in cui il nuovo mandato determini la violazione del segreto sulle informazioni fornite da altra parte assistita o cliente, la conoscenza degli affari di una parte possa favorire ingiustamente un'altra parte assistita o cliente, l'adempimento di un precedente mandato limiti l'indipendenza dell'avvocato nello svolgimento del nuovo incarico. 4. L'avvocato deve comunicare alla parte assistita e al cliente l'esistenza di circostanze impeditive per la prestazione dell'attività richiesta. 5. Il dovere di astensione sussiste anche se le parti aventi interessi confliggenti si rivolgano ad avvocati che siano partecipi di una stessa società di avvocati o associazione professionale o che esercitino negli stessi locali e collaborino professionalmente in maniera non occasionale. 6. La violazione dei doveri di cui ai commi 1, 3 e 5 comporta l'applicazione della sanzione disciplinare della sospensione dall'esercizio dell'attività professionale da uno a tre anni. La violazione dei doveri di cui ai commi 2 e 4 comporta l'applicazione della sanzione disciplinare della censura».
E prima che dalla Fondazione possano evidenziare l'incompatibilità, Imperato ha rinunciato all'incarico professionale. Non si può non considerare il suo contributo all'impostazione della denuncia di Amalfitano contro la Fondazione di cui l'avvocato ed ex sindaco si appresta ad esserne rappresentante.
I legali di Amalfitano saranno gli avvocati Andrea Di Lieto e Gabriele Gambardella chiamati a un tentativo di mediazione con Fondazione Ravello prima dell'udienza del 12 febbraio prossimo.
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Fonte: Il Vescovado
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