Tu sei qui: PoliticaQuattro assessori per il ‘Messina-bis'
Inserito da (admin), giovedì 4 novembre 2004 00:00:00
Messina vara la mini-Giunta del bipartito (Fi-Pdc), con l'appoggio esterno dell'Udc. Quattro assessori senza deleghe, tre di Forza Italia, uno del Partito Democratico Cristiano. Nel pomeriggio di ieri la prima Giunta del "Messina bis". Firmato il documento politico-programmatico per il governo della città. Intanto, in An cresce l'attività delle colombe. Dunque, nasce il "Messina bis". Il sindaco, nel rispetto del documento redatto dal coordinatore in pectore e plenipotenziario di Tonino Cuomo, Pasquale Petrillo, ha nominato assessori senza deleghe Antonio Barbuti, Giuseppe Gigantino, Giovanni Carleo di Forza Italia ed Alfonso Laudato (Pdc), in attesa che Alleanza Nazionale sciolga gli ultimi dubbi e perplessità. «Occorre garantire - ha affermato Petrillo - un governo alla città. La crisi della maggioranza, che si trascina da mesi, ha determinato una situazione di insostenibile paralisi dell'attività amministrativa, con il rischio di una totale ingovernabilità politica». Di qui la soluzione adottata, anche per non interrompere il dialogo con i vertici provinciali e locali di An. «Il nostro appello ad An è perché assuma la responsabilità di ridare l'unità alla Casa delle Libertà», conclude Petrillo. Nel pomeriggio di ieri il sindaco ha riunito la prima Giunta del "Messina bis", in attesa di dare vita ad un "Messina ter" quando il quadro politico si sarà rasserenato ed An si siederà al tavolo delle trattative. Un primo passo è stato compiuto nella Casa delle Libertà e lo si deve alla capacità tipicamente democristiana di Pasquale Petrillo nell'adozione di accorgimenti opportuni e nell'utilizzazione di strumenti idonei per mantenere in bilico una situazione che rischiava di precipitare. Certo, il rischio non è stato scongiurato del tutto. I nodi della richiesta di visibilità da parte dell'Udc e della stessa Forza Italia o di An, una volta dato il via libera, sono duri a sciogliersi ed è lì che si gioca la vera partita della crisi. Dal documento emerge chiaramente che il sindaco è prigioniero dei partiti e delle segreterie politiche. Messina ha fatto buon viso a cattivo gioco: gli elementi ineludibili affermati nel documento - il primato della politica e la centralità del ruolo dei partiti - costituiscono le parole magiche per smontare il no di An, ma anche per inchiodarlo. Intanto, in Alleanza Nazionale lo scontro va attenuandosi. Il lavorio ai fianchi di Forza Italia e l'ampia disponibilità ad un recupero rispettoso delle proprie posizioni stanno ottenendo i primi effetti. Lo stesso Marco Galdi sta anteponendo il valore dell'unità della Casa delle Libertà anche a prospettive personali legittime e serie.
Fonte: Il Portico
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