Tu sei qui: PoliticaRavello, parla Dario Cantarella: «Ecco perché ho lasciato Salvatore Di Martino»
Inserito da (redazionelda), sabato 11 luglio 2020 07:53:14
Con un manifesto pubblico apparso sulle bacheche cittadine, il consigliere comunale Dario Cantarella, ex capogruppo di maggioranza, motiva il definitivo abbandono del gruppo "Rinascita Ravellese" capitanato dal sindaco Salvatore Di Martino. Per Cantarella, che già il 24 agosto dello scorso anno aveva palesato malumori dimettendosi da capogruppo di maggioranza, sarebbero venuti meno i principi fondanti e i programmi del gruppo vittorioso nelle elezioni del 2016. Ma a dieci mesi dalla fine del mandato elettorale non trova altri consensi della maggioranza che resta a sostegno di Di Martino. Nel manifesto - che pubblichiamo integralmente a beneficio della completezza dell'informazione - l'ex delfino di Di Martino annuncia di voler intraprendere un nuovo percorso sotto il nome di "Vivere Ravello", potendo contare su alcuni amici, già elettori di Rinascita Ravellese.
Il rispetto per i Ravellesi tutti mi ha imposto una scelta sofferta, ma ben meditata. Nel 2016 partecipai con entusiasmo alla nascita del gruppo "Rinascita Ravellese" perché attratto dagli uomini che lo proponevano e dalle idee che essi sostenevano. Ecco, questi due elementi: le "idee" e gli "uomini", sono la chiave di lettura di questo mio messaggio agli elettori. Il tutto trovò sintesi nel programma che sottoscrivemmo con gli elettori e che da essi fu premiato con il voto. Già dopo i primi due anni del nuovo corso, avvertii forte la necessità di proporre e percorrere la strada del ritorno alle origini, perché notavo evidenti segni di allontanamento dalla rotta e dal programma. Ho tentato in ogni modo di far ritrovare la giusta via alla Compagine, forte anche dei segnali chiari, che mi venivano dal gruppo straordinario di amici e sostenitori della prima ora, con i quali ho mantenuto contatti e frequentazioni quotidiani. La mia è stata un'azione di responsabilità e trasparenza che, ad una lettura superficiale, mi ha fatto etichettare come indeciso, facendomi pagare un prezzo di immagine anche notevole. "Purtroppo" è la mia natura, è la mia anima Francescana, che mi spinge sempre nel ricercare fino all'ultimo mediazioni, utili, nell'interesse di tutti. Fino all'ultimo atto che si è consumato nell'ultimo Consiglio Comunale ho cercato di offrire ai miei, già, compagni di programma e cordata, una via di uscita dall'impasse. La risposta è stata chiara e precisa: il Gruppo ha scelto altro, ha fatto scelte oltre il programma se non contro il programma che gli elettori avevano scelto. A breve ripubblicherò, o meglio, ripubblicheremo integralmente il programma per offrire a tutti la possibilità di rinfrescare la memoria, ma per meglio comprendere la mia scelta è sufficiente leggere la prima pagina, quella prima dei proclami sui programmi e sulle opere, quella delle dichiarazioni di intenti; in quella pagina risaltano le espressioni che tutti i componenti del gruppo Rinascita avrebbero fatto bene a rileggere prima di offrire il loro "sostegno silente" alle scelte vertici-stiche: "Lealtà del patto politico" - "Umiltà di sapersi ritrovare" - "Affidare ai Ravellesi il ruolo di protagonisti autentici del proprio destino" e tanto altro ancora. Nulla di tutto questo, ma solo chiusura, isolamento ed emorragia di idee e di uomini; ancora peggio, un allontanamento dai cittadini e dai loro bisogni reali, scarsa volontà di ascolto con il tes-suto produttivo, rottura con sodalizi e associazioni. Decisioni e accordi presi nel segreto delle stanze che hanno visto sbocciare, dal nulla e senza alcuna spiegazione pubblica, alleanze e vicinanze con singoli portatori di interessi, programmi ed idee addirittura opposte a quelle di Rinascita, e contro la quale alcuni hanno anche combattuto. L'ultimo tentativo che ho fatto pochi mesi fa sulla vicenda Fondazione Ravello, per riportare il Gruppo agli originari valori e programmi, con il recupero degli amici della prima ora che solo io avevo coerentemente continuato a caldeggiare, hanno visto l'ennesimo abbandono di uno dei protagonisti, sin dalla prima ora, della Compagine, il quale si è dimesso, mettendo nero su bianco, fatti e comportamenti gravissimi, ai quali, si è risposto con il silenzio e con azioni che, purtroppo, stanno portando Ravello a quella che sembra proprio essere una "svendita di fine stagione" con saldi da capogiro. Nell'ultimo Consiglio Comunale ho lasciato un Gruppo che ahimè, non identifico più con il programma ed il meraviglioso spirito, di quello che fu "Rinascita Ravellese", ma resto fedele al mio contratto con i Ravellesi. In questi ultimi pochi mesi che restano, in questo percorso non sono solo, sono con i tanti amici della prima ora che altri hanno ritenuto di abbandonare, anche tradendo im-pegni morali e concordati, ma soprattutto sono con tantissimi Ravellesi che quotidianamente ancora mi ritengono interlocutore e amico affidabile. Con orgoglio e fino alla scadenza del mio contratto con i Ravellesi, posso dire di essere con tutti quelli che amano disinteressatamente il nostro Paese, e che quotidianamente vogliono "VIVERE RAVELLO" in modo autentico e trasparen-te, senza accordi sottobanco. Infine, quanto alla "inconsistenza" delle opposizioni, avremo modo poi, di intrattenerci.
Fonte: Il Vescovado
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