In una sola settimana i casi confermati di virus West Nile in Italia sono passati da 32 a 89, secondo quanto riportato dall'ultimo bollettino di sorveglianza pubblicato dall'Istituto Superiore di Sanità (Iss). Si registrano ufficialmente 8 decessi, ai quali si aggiunge un ulteriore caso letale avvenuto in provincia di Caserta e non ancora notificato all'Iss. Il Lazio e la Campania risultano essere le regioni più colpite, con rispettivamente 58 e 16 casi.

Tra le infezioni segnalate, 40 hanno avuto manifestazioni neuro-invasive: 23 nel Lazio e ben 10 in Campania, regione che conta anche 5 delle 8 vittime ufficiali. Un dato che ha spinto Gianni Rezza, professore di Igiene all'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano ed ex direttore della Prevenzione del Ministero della Salute, a ipotizzare una sottostima dei casi campani oppure un'età media elevata tra i contagiati, ipotesi che giustificherebbe l'alto tasso di letalità.

«La situazione non è allarmante a livello nazionale, ma impone attenzione mirata nelle aree colpite - precisa Anna Teresa Palamara, direttrice del Dipartimento di Malattie Infettive dell'Iss -. È fondamentale prevenire le punture di zanzare, vettori della malattia, e rivolgersi al medico in caso di febbre oltre i 38 gradi».

Il virus, trasmesso principalmente attraverso le zanzare del genere Culex, è stato individuato in 10 regioni e 31 province. Il contagio non avviene da persona a persona, ma i focolai attivi stanno emergendo anche in aree finora non coinvolte, come la Puglia (con un caso su un cavallo in provincia di Foggia) e la provincia di Lecce, dove un donatore di sangue è risultato positivo.

Secondo la Società Italiana di Medicina Veterinaria Preventiva, i casi attualmente registrati rappresenterebbero soltanto "la punta dell'iceberg". Per questo motivo si stanno intensificando anche i programmi di formazione rivolti ai medici, con l'obiettivo di facilitare una diagnosi precoce, soprattutto nei casi con sintomi neurologici.

«Dobbiamo mantenere alta l'attenzione - avverte Rezza -. I focolai sono confinati, ma vanno adottate tutte le misure preventive: disinfestazioni, uso di zanzariere, protezioni individuali e controlli sulle donazioni di sangue. La presenza di serbatoi animali, come gli uccelli, rende impossibile l'eradicazione, ma il controllo delle zanzare resta il fulcro della strategia di contenimento».

Anche se non siamo ancora in una situazione d'allarme, agosto è storicamente il mese con il picco dei contagi da West Nile. La popolazione è quindi invitata a non sottovalutare i segnali e a collaborare con le autorità sanitarie per contenere la diffusione del virus.

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