TBILISI (GEORGIA) - L'Italia della sciabola maschile torna sul tetto del mondo, e lo fa con un cuore tutto campano. Ai Mondiali di scherma in corso a Tbilisi Luca Curatoli, napoletano doc, e Michele Gallo, giovane talento salernitano, sono stati protagonisti dell'impresa che ha riportato l'oro in Italia dopo dieci anni.

Insieme a Matteo Neri e Pietro Torre, il quartetto azzurro ha firmato un percorso perfetto sotto la guida del CT Andrea Terenzio, superando in sequenza Thailandia, Giappone, Polonia e ancora il Giappone in semifinale, prima di sconfiggere nella finalissima i campioni del mondo in carica dell'Ungheria, guidati dal tre volte oro olimpico Aron Szilagyi.

Decisive per la rimonta due frazioni eccezionali di Curatoli e Gallo, che hanno ribaltato lo svantaggio iniziale con parziali di 11-4 e 8-2. Il match si è chiuso con la stoccata vincente del 45-37 firmata proprio da Curatoli. Un finale da brividi, che riporta alla mente i fasti del 2015, quando a Mosca lo stesso Curatoli conquistò il titolo mondiale accanto al veterano Diego Occhiuzzi, e quelli del 1999, quando sul tetto del mondo salirono Raffaello Caserta e Gigi Tarantino, altri due campani.

«È stato un Mondiale totalmente inaspettato», ha raccontato emozionato Curatoli, atleta del Club Scherma Chiaia e della Champ Napoli, tesserato Fiamme Oro. «Abbiamo dimostrato di essere già una grande squadra. Portare a casa oro e bronzo è una soddisfazione incredibile».

Anche Michele Gallo, classe 2001, allievo della Virtus Scherma Bologna e tesserato Carabinieri, ha vissuto questo traguardo come un riscatto: «Non eravamo favoriti, ma abbiamo lavorato ogni giorno. La nostra forza? L'unione, anche fuori dalla pedana. Ed è per questo che anche Gigi Samele si è commosso raccontando la nostra finale».