di Norman di Lieto

L'Argentina è in finale: chiude la pratica di questa sera contro una Croazia dimessa come non ci si aspettava alla vigilia e con Messi e compagni che attendono la vincente della partita di domani che vedrà impegnate Francia e Marocco.

I protagonisti indiscussi di questa sera sono due, senza dubbio alcuno: il capitano, il fuoriclasse, il numero 10, Lionel Messi e il centravanti che non ti aspetti e che, sorprendentemente, ha tolto il posto in questo mondiale a suon di gol e prestazioni convincenti al titolare designato, Lautaro dell'Inter.

Il predestinato è lui e porta il nome di Alvarez: giovane numero 9, è alla corte del City e di Guardiola e sembra un giovane Re Mida quello che tocca diventa oro. O con un rigore procurato (per Messi) oppure con i due gol da bomber di razza.

Sono loro due a schiantare una Croazia incredibilmente impalpabile: Alvarez segna una doppietta e si procura anche un calcio di rigore segnato poi con freddezza da Messi con la partita che si chiude prima del previsto e con il capitano croato Modric sostituito prima del novantesimo e salutato da una meritatissima standing ovation dallo stadio.

Non erano bastati i proclami alla vigilia della partita durante la conferenza stampa quando Ivan Perisic -ex inter e ora in forza al Tottenham allenata da Antonio Conte altro ex nerazzurro - aveva dichiarato: "Daremo l'anima per far vincere i mondiali a Modric".

Non è andata così e tra Messi e la vincita del mondiale ci sono ancora (solo) 90 minuti e una squadra che non rischi di rovinare la festa di chi attende di vincere nuovamente la Coppa del Mondo.

L'ultima volta a sollevarla, fu un numero 10 con la fascia da capitano al braccio, in Messico, nel 1986 e che ci riprovò nell'edizione successiva, versione italiana, nel 1990 perdendo la finale con la Germania.

Il suo nome era Diego Armando Maradona.

Messi (e tutta l'Argentina) spera(no) di imitarlo presto. Manca 'solo' una partita.

Sarà il campo a decidere il vincitore di questo 'strano' mondiale invernale.

Fonte foto: Commons Wikimedia