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L’arcivescovo di Amalfi-Cava ai fedeli: «Vaccinarsi è atto di amore per sé stessi e per gli altri»

Soricelli: «La tutela dei più deboli è da sempre considerata dalla Chiesa parte integrante della sua missione. E il vaccino è un atto di amore per sé stessi e per gli altri, in particolare a vantaggio dei più deboli»

Inserito da (Redazione Costa d'Amalfi), martedì 11 gennaio 2022 08:52:47

«La tutela dei più deboli è da sempre considerata dalla Chiesa parte integrante della sua missione. E il vaccino è un atto di amore per sé stessi e per gli altri, in particolare a vantaggio dei più deboli».

Questo il centro del messaggio di monsignor Orazio Soricelli, arcivescovo della Diocesi di Amalfi-Cava de' Tirreni, in questa recrudescenza della pandemia da Covid-19, rivolto a Sacerdoti, Diaconi, Religiosi/e ai fedeli tutti. Di seguito il messaggio integrale.

La tutela dei più deboli è da sempre considerata dalla Chiesa parte integrante della sua missione. Papa Francesco ha detto che "La vaccinazione è un atto di amore per sé stessi e per gli altri, in particolare a vantaggio dei più deboli, la cui salute è più fragile per malattie o condizioni preesistenti 0 per età e attività professionali".

È un appello che interpella le coscienze di tutti, soprattutto di chi è impegnato nel guidare una Comunità Parrocchiale o che al suo interno eserciti un qualsivoglia servizio pastorale. È un appello che richiama in coscienza ogni religioso o religiosa che entra in contatto, per il suo servizio, con i fedeli.

Di fronte a quest'appello chiedo a tutti sacerdoti, diaconi, religiosi, religiose e laici dell'Arcidiocesi di intensificare ogni sforzo al fine di prevenire ogni ulteriore contagio di Covid-19. In modo particolare riaffermo quello che dovrebbe essere diventata già una sana abitudine: il rispetto del distanziamento tra le persone evitando assembramenti, l'uso della mascherina e l'igienizzazione delle mani.

Per le settimane a venire, fino a nuove disposizioni, ribadisco alcune indicazioni valide per l'intera Arcidiocesi e invito tutti al rispetto scrupoloso di esse.

1) Chiunque abbia febbre, sintomi influenzali oppure si trova in isolamento per positività, è tenuto ad astenersi da ogni tipo di servizio pastorale, sia esso sacerdote, diacono religioso/a oppure operatore pastorale. Se si è venuti a contatto stretto con un positivo e si è vaccinati con terza dose o da meno di 4 mesi con seconda dose, è obbligatorio l'uso costante della mascherina FFP2 (altrimenti si è obbligati alla quarantena). Quanto sopra vale in ogni ambito, al chiuso e all'aperto, per adulti e per ragazzi, per qualunque attività di catechesi, di animazione, di formazione, di ricreazione, di proposta culturale. Altresì vale per gli spazi aperti comuni di incontro, aggregazione, sia per adulti che per ragazzi. Ad esempio: la mascherina va richiesto che sia tenuta anche dai ragazzi che giocano in modo informale nei cortili o nei campi degli spazi parrocchiali.

2) A tutti i sacerdoti, ai diaconi e ai religiosi/e che operano in diocesi, chiedo in maniera esplicita e vincolante in coscienza, alla luce di quanto il Santo Padre ci ha indicato, di sottoporsi alla vaccinazione per tutelare sé stessi, gli altri e in particolare i fragili.

3) Siamo tutti consapevoli che la catechesi in presenza sia la forma migliore per la comunicazione della fede e per restare in contatto con le famiglie dei nostri ragazzi; ma non possiamo rischiare, soprattutto nel momento in cui il contagio interessa particolarmente i più giovani. In coerenza con l'interruzione delle attività didattiche in presenza, disposta dal Presidente della Regione Campania, chiedo di interrompere anche la catechesi per l'iniziazione cristiana e di riattivare quella a distanza. Qualora le attività didattiche riprendessero in presenza, ogni Parroco valuti l'opportunità di riprendere in presenza la catechesi, soltanto se si può garantire distanziamento e soprattutto operatori pastorali che siano vaccinati.

4) Per tutte le altre forme di catechesi (lectio divina, adulti ecc), per gli incontri dei gruppi parrocchiali (catechisti, coro, lettori ecc), per le attività oratoriane, per i vari cammini portati avanti da gruppi e associazioni, lascio ai singoli Parroci e Responsabili la decisione di valutare caso per caso se sia opportuno o meno continuare in presenza, sempre garantendo il distanziamento e il rispetto delle varie norme per il contenimento della pandemia;

5) Per la visita agli anziani e agli ammalati, si abbia molta cautela, valutando i singoli casi e chiedendo l'esplicito consenso dei familiari. In ogni caso è fatto assolutamente divieto di compiere tali visite a coloro che non sono in possesso del green pass rafforzato.

6) Le altre attività pastorali si continuino a svolgere soltanto se si riesce a garantire il distanziamento e il rispetto delle normative anti-contagio. Valuti il Parroco, caso per caso, se è opportuno lo svolgersi di tutte quelle manifestazioni che comportano assembramenti di persone tali da non poter garantire il distanziamento. Suggerisco che non sono opportuni in questo momento, cene e pranzi comunitari, gite e sagre.

"Siamo, dunque, chiamati a rispondere per primi a "un atto di amore" per noi stessi e per le comunità che ci sono affidate. Facciamo quanto è nelle nostre possibilità perché le relazioni pastorali continuino a svolgersi salvaguardando il bene supremo della salute, specialmente dei più deboli e fragili. Facciamolo come atto di risposta al mandato del Signore di servirci gli uni gli altri, come lui si è fatto nostro servo; come segno di accoglienza del suo invito a prenderci cura gli uni degli altri, come lui si è preso cura di noi" (Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana, 8 settembre 2021 "Curare le relazioni al tempo della ripresa").

Di cuore vi benedico.

Fonte: Il Portico

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