Tu sei qui: AttualitàAddio a Giuseppe D'Amico, uomo di mare dal cuore eroico e generoso
Inserito da Emiliano Amato (redazionelda), mercoledì 11 febbraio 2015 17:16:47
Il cuore eroico e generoso dell'armatore salernitano Giuseppe D'Amico (59 anni) ha cessato di battere ieri pomeriggio a Roma. Al termine di un allenamento in vista di un'importante gara di canottaggio che stava preparando con l' equipaggio dell'Aniene, D'Amico ha avvertito un malore improvviso. Prontamente soccorso dai presenti è stato trasferito in ospedale. Fatali una serie di attacchi cardiaci, gli unici capaci di fermare quel cuore straordinario che pulsava magnanimità, coraggio, correttezza, determinazione e amore.
Per il mare, per Amalfi, per la sua nobile tradizione marinara, per quella croce irsuta d'otto punte che con orgoglio ha continuato a rappresentare l'attività di famiglia nel settore della navigazione. Perché quando dici D'Amico dici mare, Salerno, Costiera, navi cargo pronte a salpare per i maggiori porti commerciali del pianeta. Indimenticato ad Amalfi il capostipite, Carlo D'Amico, che aveva trasmesso a un Giuseppe poco più che fanciullo l'amore per la vita, per il mare, per questi luoghi magici. Capitano di lungo corso (avendo frequentato l'Istituto Tecnico Nautico), ha proseguito l'attività di famiglia staccandosi attraversi la D'Amico Shipping, partner di diverse compagnie di navigazione Ro/Ro per varie destinazioni in tutto il mondo. Il suo core business consisteva in qualsiasi tipo di spedizioni. Capitano coraggioso, dal grande carisma ma dalla profonda sensibilità, filantropo dall'intelligenza sopraffina, che metteva a disposizione degli amici, specie se più deboli, non facendo mai mancare il proprio aiuto nelle difficoltà. Non è che non avesse difetti: quel suo essere pressante, talvolta "rompiscatole", era motivante per coloro che gli stavano vicino.
Indissolubile il legame tra Giuseppe e la Costa d'Amalfi nonostante vivesse da anni a Roma: seguiva sempre con grande enfasi le vicende del territorio grazie al Vescovado del quale è stato tra i lettori più attenti oltre che sostenitore. Credeva nella libera informazione come cane da guardia delle lobby. Potrà sembrare irrituale ma nonostante non avesse certo problemi economici, Peppe andava fiero delle piccole cose (bon badava a troppe formalità), di quelle apparentemente semplici e genuine, capaci di regalargli l'entusiasmo autentico di un bambino. Aveva acquistato una graziosa abitazione (naturalmente con vista sul mare, esattamente sul Capo di Conca) ristrutturandola con gusto e vantandosi del suo giardino per il quale aveva scelto le maggiori specie arboree autoctone. Amante della gastronomia locale, delle ricette tipiche, confidava agli amici più fidati che qui avrebbe voluto chiudere per sempre i suoi occhi, davanti al suo mare.
Ma purtroppo il destino di Giuseppe D'Amico è stato troppo crudele, nel momento più bello. Da poco diventato nonno, grazie alla sua passione, il canottaggio, aveva aperto un capitolo importante della sua vita.
Atleta master, grande appassionato del canottaggio e sempre presente sui campi di gara di tutta Italia Giuseppe d'Amico, già campione italiano in tipo regolamentare 2012 nell'otto yole master, aveva partecipato a tutti i Master Camp FIC, compreso l'ultimo svoltosi a Sabaudia 15 giorni fa.
Come dimenticare "Blues Together", il gemellaggio tra gli ex alunni di Oxford e i canottieri d'Amalfi sancito lo scorso settembre? Un evento di grande rilievo, organizzato da Giuseppe in tutti i dettagli. Aveva fatto confezionare persino una maglietta celebrativa in tessuto tecnico che da oggi coloro che hanno avuto la fortuna di riceverla in dono la conserveranno ancor più gelosamente.
L'ultimo saluto a Giuseppe D'Amico venerdì 13 febbraio prossimo alle 11,30 presso la chiesa di piazza Euclide.
E' stato difficile per me scrivere oggi queste poche righe. La mia mancanza di tempismo è stata dovuta soltanto all'incapacità di poter battere finora la tastiera per raccontare di un evento luttuoso che mi ha non poco provato.
L'ultima volta che ho sentito Giuseppe è stato lo scorso Natale. Mi ringraziava per il messaggio di auguri e mi disse: «Emiliano, ogni tanto riposati, stai lavorando troppo». Per me ci sarà tempo, caro Giuseppe, ora sarai tu, ingiustamente, a dover riposare in pace. A chi non ha avuto la fortuna di conoscerti racconteremo di te con orgoglio. Ora sarai una delle stelle del firmamento, quelle che un tempo guidavano le navi attraverso l'oceano. Perché è giusto che sia così: le stelle devono brillare dal cielo.
Addio Amico mio.
Fonte: Il Vescovado
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