Di Raffaele Ferraioli*

Che c'è dietro? Una domanda ricorrente che spesso resta senza risposta. Dietro c'è quasi sempre I'impresentabile, I'inconfessabile; se non I'illecito. Qualcosa di cui vergognarsi. Qualcosa da nascondere. Qualcosa di cui non si vuole o non si può; non si deve o non è permesso, non conviene o non è lecito parlare.

Qualcuno parla di "risvolto di medaglia"; ma non so fino a che punto il riferimento regge. Di certo non è in gioco il deretano e, ancora meno, il sedere, il fondo schiena, il lato bi, il culo, il mazzo, il mafaro di pulcinellesca memoria.

Il dietro nasconde spesso ciò che si fa ma non si dice. C'è, poi, il silenzio omertoso di chi non parla, non vede e non sente.

A volte c'è un segreto o presunto tale che custodiamo gelosamente. È un nostro diritto ma fino a che non danneggia gli altri. In questo caso siamo censurabili per omessa denuncia. Siamo mendaci. Siamo complici.

Viviamo in un mondo di cui conosciamo solo la facciata. Un mondo di apparenze, mascherato, ignaro se non ignavo. Crediamo ai falsi dogmi e non ci rendiamo conto che certe verità sono campate in aria, che certi assiomi sono ingannevoli.

Questa è la prima di una serie di riflessioni a voce alta su temi di grande attualità alla scoperta di menzogne, di inganni, di bugie. Un tentativo come un altro di mettere i puntini sulle i. Senza pretese, ma con tanta voglia di razionalità.

*Sindaco di Furore