Tu sei qui: AttualitàElogio della diversità (non solo bio)
Inserito da (redazionelda), domenica 12 agosto 2018 11:43:39
di Raffaele Ferraioli*
Ci vuole un notevole coraggio per inserire in un programma tendenzialmente ludico come quello dell'evento denominato "Calici di Stelle", svoltosi il 10 Agosto scorso a Tramonti, un convegno sul tema: "La biodiversità della viticoltura eroica, tra sperimentazione e riscoperta del paniere tradizionale". Gli amministratori comunali di Tramonti con in testa il Sindaco dottor Antonio Giordano, ne hanno, evidentemente, da vendere.
E così, nel bel mezzo di una vera e propria rassegna di identità golose del territorio tramontano, in presenza di un popolo di assaggiatori e degustatori, venuti non tanto per mangiare quanto per ascoltare, non hanno esitato a inserire un momento di riflessione quanto mai interessante, al quale, oltre il sottoscritto, quale Coordinatore Regionale delle Città del Vino, Alberto Capasso, Presidente Slow Food Campania e Basilicata; Peppe Iannicelli, giornalista; Lucia Antonelli, Chef e regina dei tortellini, che ha presentato il suo libro "l'Appennino in Tavola"; Rosa Pepe, agronomo. Il dibattito è stato moderato da Mario Amodio, giornalista de Il Mattino.
Da tempo si parla della biodiversità come di un valore a rischio di cancellazione nel villaggio globale. Tutti i relatori hanno concordato nel ritenere questo bene irrinunciabile e meritevole di essere tutelato, esaltato e tramandato alle future generazioni in forma quanto più integra possibile.
E' stato da tutti paventato il rischio di una sottovalutazione di questa preziosa risorsa, regalataci dalla natura. Pur non volendo profetizzare cataclismi e catastrofi è il caso di citare una battuta ricorrente: "Il mondo è bello perchè è vario".
In mezzo a tanta incoscienza e indifferenza, c'è per fortuna chi custodisce semi, chi riproduce piante, dando un senso ad una parola che appare quasi magica e che spesso viene pronunciata solo perchè va di moda: biodiversità.
Eppure non vi è dubbio che la ricchezza, la cultura e l'identità di un luogo e di un ambiente sono rappresentate proprio dalla presenza di una varietà di piante, alberi, specie animali e vegetali tipici, identitari. Un vero e proprio patrimonio da non disperdere, bensì da rinnovare, curare, difendere a tutti i costi, in un mondo pericolosamente invaso da OGM e che trascura i valori dell'identità nelladiversità. Valori che vengono, oltre che dalla natura, dall'uomo e dagli stessi modelli di coltivazione e di trasformazione, ovvero da quel mix di suolo, clima, varietà vegetali, tecniche di produzione e, perchè no, di conservazione che creano quello che i Francesi chiamano "terroir".
Qualche scivolata la registriamo anche in Costa d'Amalfi e, in particolare, nel settore del vino con il ricorso a modelli produttivi che tradiscono la tradizione trasmessaci dai nostri antenati e dissacrano la "favola bella" dell'uvaggio. Qui da noi il vino si è sempre prodotto miscelando uve provenienti da crus diversi, varietà differenti, capaci di comporre sinfonie ed evitare assoli fatalmente deboli e senza storia. Non si comprendono, né si possono giustificare certe lavorazioni cosiddette "in purezza", carenti di quella melodiosa sonorità che solo la sinfonia dell'uvaggio (i Francesi la chiamano cuvée) può dare.
Non v'è dubbio che la diversità spazia in vari settori e non è solo biologica, legata all'agricoltura e all'enogastronomia. C'è quella genetica, quella molecolare, quella naturale, quella culturale. Tutte a rischio di cancellazione o di inquinamento, specialmente nei paesi "turisticizzati", dove il prezzo da pagare alla trasformazione in senso turistico è proprio rappresentato dalla perdita d'identità e di diversità. Queste "controfinalità" negative non sempre vengono valutate e finisce per prevalere, anche qui da noi, una sorta di inconsapevolezza diffusa.
Occorre rendersi conto che questa spada di Damocle minaccia il nostro modo di vivere, di operare. Omologazione e appiattimento sarebbero una vera tragedia, una perdita gravissima per lo stesso turista-visitatore. sempre alla ricerca dell'altrimenti e dell'altrove.
Meditate, gente. Meditate!
*sindaco di Furore
Fonte: Il Vescovado
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