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Frana di Capo d'Orso, distrutta anche la pineta: le considerazioni di Gioacchino Di Martino

Inserito da (redazionelda), giovedì 19 dicembre 2019 20:13:31

di Gioacchino Di Martino*

A prescindere dalla inusitata violenza dei fenomeni meteorologici che ci coinvolgono in questi ultimi tempi, è un fatto che fino a qualche decennio fa si interveniva con maggiore consapevolezza della delicatezza del territorio sul quale si operava. Allora si piantavano alberi o comunque si curava il bosco per frenare a monte il rischio di frane e smottamenti e indipendentemente dal tenore del giudizio sulle essenze vegetali utilizzate era ed è da apprezzare il principio che presiedeva alle attività di messa in sicurezza.

Veniva cioè riconosciuto il valore assolutamente indispensabile degli alberi e della vegetazione in generale per un contrasto efficace al dissesto idrogeologico. Del resto la stessa pineta nella quale si è verificato l'ultimo episodio franoso nell'area di Capodorso è frutto di un intervento di rimboschimento attuato alcuni decenni fa dall'allora Comunità Montana Penisola Amalfitana. La fine, conseguente alla trasformazione della struttura territoriale delle Comunità montane, delle operazioni di manutenzione periodica nell'area boschiva ha coinciso con l' inizio ad una serie di incendi, quasi tutti dolosi, con conseguente inarrestabile degrado, ambientale, paesaggistico, idrogeologico dell'intero versante che incombe sulla SS.163.

In uno scenario così fosco che non riguarda solo l'area di Capodorso ma l'intera Costiera credo che sia indispensabile cambiare in modo radicale l'approccio al problema. Non più, quindi, solo costosi e tutto sommato non risolutivi interventi postumi di imbalsamazione di costoni e falesie trasformati in mummie metalliche da reti sempre più appariscenti ma ricorrendo soprattutto a misure di prevenzione.

Nel nostro caso potrebbe significare:
1) aumento dell'attenzione nei confronti degli incendi boschivi dolosi ricorrendo anche a sistemi di video sorveglianza ( inaccettabile che nel mese di agosto di quest'anno, sempre in ore notturne e a poca distanza dall'abitato vengano appiccati ben cinque incendi notturni nella stessa area di Lama- San Vito senza adeguate iniziative di contrasto).
2) interventi per agevolare la ricostituzione della protezione vegetale, sia attraverso operazioni di bonifica delle aree incendiate sia ricorrendo a vere e proprie operazioni di rimboschimento con l'utilizzo, ovviamente, di rappresentanti della flora tipica della Costa d'Amalfi.

Quelle descritte sono solo alcune delle azioni che potrebbero essere intraprese nell'ambito di un auspicabile ( o meglio indispensabile) progetto complessivo di tutela e recupero dei pregi essenziali e insostituibili del nostro territorio. Tutto ciò anche in considerazione del valore sempre più elevato che l'ambiente naturale e il paesaggio assumono in direzione del più importante settore dell'apparato economico della Costiera amalfitana cioè quello turistico sempre più interessato all'attività di conoscenza della realtà locale.

*ambientalista convinto, referente WWf in Costiera Amalfitana

Fonte: Il Vescovado

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