Tu sei qui: AttualitàIl richiamo della natura: i bambini della Costiera Amalfitana che imparano le costellazioni e i nomi degli insetti al campo scuola di Acarbio
Inserito da (redazionelda), domenica 17 giugno 2018 15:45:30
di Miriam Bella
Se dovessi stilare una classifica delle frasi che ho sentito dire più spesso dagli abitanti del nostro territorio, riguardanti il nostro territorio, sul podio non potrebbe mancare la sempreverde: "In Costiera non si fa mai niente!"
Espressione ripresa in più contesti e da più generazioni, ma tendenzialmente pronunciata da chi, nel concreto, non si è mai spinto oltre queste parole; il tipico soggetto, per capirci, che saprebbe esattamente come risolvere ogni singolo problema della città in cui vive, ma mai e poi mai si candiderebbe a governarla "perché la politica non è roba per lui": il classico signor, tutti ne conosciamo almeno uno, "armiamoci e partite".
Ora, tralasciando il fatto che un po' di cose da noi le si fanno, anche se poi da ridire possiamo trovare su tutto - la musica classica è troppo elitaria, quella trash fa ridere, sì, ma è troppo volgare; la discoteca è soltanto per i più giovani, poi c'è la cantante famosa che viene a esibirsi, sì, ma non è che sia proprio la mia preferita e via discorrendo - in questi giorni mi ha colpito un'iniziativa assai originale.
In verità, la mia prima sorpresa è stata vedere che è già il secondo anno che presso la sede dell'Associazione Acarbio di Tramonti, in collaborazione con Club per l'Unesco di Amalfi e Pubblica Assistenza I Colibrì, si è tenuto un particolare Campo Scuola per studenti fra gli undici e i tredici anni. Per il secondo è stata data ai ragazzi la possibilità di trascorrere quattro giorni a contatto completo con la natura, ma soprattutto con sé stessi e non soltanto per modo dire.
I partecipanti, infatti, per la durata del campo, non hanno potuto disporre di smartphone o altri supporti tecnologici; vietati anche i prodotti confezionati tipo snack o merendine, sostituiti dal pane con miele o olio a chilometro zero.
Un ritorno alle origini, se vogliamo, o semplicemente una vacanza da quella modernità che crediamo sia indispensabile, per dimostrare che in fondo si vive anche senza. E chissà che magari, dopo una serata a imparare i nomi delle costellazioni, una giornata a studiare gli insetti, un'altra a capire i rischi idrogeologici della nostra terra e un grosso numero di ore a parlarsi guardandosi in faccia, i nostri ragazzi non siano tornati a casa con una nuova consapevolezza, che li porti ad essere fruitori di tutto ciò che il mondo moderno offre loro, senza mai diventarne schiavi.
La mia, invece, di consapevolezza è che, come tutte le cose belle, le iniziative come questa fanno sempre troppo poco rumore, mentre ne avremmo tutti un estremo bisogno.
Potrà forse sembrare un'esagerazione, ma penso sul serio che un'attività di questo tipo per dei ragazzi che si affacciano all'adolescenza sarebbe da preferire a qualsiasi gita d'istruzione.
Coltivo, tanto per restare in tema naturalistico, la speranza che questo evento, rivoluzionario nella sua semplicità, sia d'esempio per altre associazioni del territorio e che sempre più scuole chiedano di poter offrire un'esperienza analoga ai propri studenti.
Poi, se proprio vogliamo dirla tutta, una full immersion nella natura, alla scoperta del nostro territorio, senza l'uso di telefoni cellulari eccetera eccetera, è una cosa che farebbe bene anche a tanti che ragazzi non lo sono più, ma facciamo una rivoluzione alla volta.
Fonte: Il Vescovado
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