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In 34 giorni il futuro della Fondazione Ravello

Inserito da (redazionelda), martedì 11 giugno 2019 16:49:16

di Antonio Schiavo

Negli ultimi tempi mi è capitato di non essere quasi mai d'accordo con le opinioni e le azioni del Sindaco di Ravello.

Forse per colpa mia, forse perché da troppi anni sono lontano da Ravello e faccio fatica a comprendere le dinamiche della politica locale, fors'anche perché fuorviato dall'idea (o dal preconcetto) che quelle opinioni e quelle azioni, alcune delle quali potrebbero avere generato l'imbarbarimento delle relazioni comunitarie, fossero state determinate dai "suggerimenti" di qualche tuttologo in servizio permanente effettivo.

Ma stavolta mi sento di condividere la presa di posizione di Di Martino sul mancato coinvolgimento del territorio nell'arduo compito di dare un radioso avvenire alla Fondazione Ravello.

Non che il mio parere sia essenziale o necessariamente utilizzabile, penso solo che quanto espresso su un giornale libero (indipendentemente da chi lo faccia), possa essere considerato sempre un contributo prezioso per il bene della nostra cittadina.

E veniamo al punto.

Apprendo oggi che il Dr. Felicori è in procinto di consegnare al Governatore De Luca il nuovo statuto della Fondazione che, immagino, sia corredato da una bozza di programmazione pluriennale delle attività istituzionali e della mission della stessa.

Non mi risulta, ma potrebbe mancarmi qualche passaggio, che - nonostante le buone intenzioni iniziali - il tutto sia stato redatto e confezionato servendosi anche del contributo di idee provenienti dal territorio.

Un supporto, lo si dica senza riserve, di pareri, progetti, spunti, ispirazioni, disegni anche visionari dei nostri concittadini da affiancare, ove ritenuti "degni di considerazione", all'impianto principale doverosamente di competenza del Commissario Felicori.

E allora perché questa mancanza di condivisione?

Abbozzo qualche opinione personalissima, pronto ad essere smentito.

1. Felicori ha ricevuto l'input di lasciare i galli nel pollaio al loro continuo e improduttivo starnazzare?

2. Felicori ha condiviso l'idea di quel predecessore che ci definì "trogloditi"?

3. Felicori ha ritenuto che un progetto di lungo termine e una modifica statutaria potessero essere meglio redatti e stabiliti in una sede e in una forma neutrale, terza rispetto agli "appetiti" localistici?

4. Felicori, nei suoi nemmeno tanto frequenti sopralluoghi a Ravello, ha giudicato le risorse intellettuali del posto non in linea con le sue idee o non particolarmente competenti in materia?

Il Sindaco Di Martino ha ribadito più volte il contrario e io, soprattutto per quanto riguarda le capacità e le competenze dei ravellesi, soprattutto dei tanti ragazzi che si sono brillantemente distinti nelle Università di tutta Italia, concordo pienamente con lui.

Ravello ha dimostrato non solo di recente ma nei secoli di produrre progetti di spessore, iniziative di alto livello. Si è fatta valere nel mondo per stile, cultura, capacità imprenditoriali, valore artistico.

L'idea di considerarla una colonia dove gettare un pugno di pietruzze colorate e dettar legge da parte di singoli o di truppe cammellate provenienti da altrove non solo è ingiustificata e ingiustificabile ma può essere contraddetta dai ravellesi in ogni momento e in ogni sede.

Per una volta tutti insieme: maggioranza, opposizione (su questo argomento stranamente silente), uomini liberi, studenti dimostriamo al Commissario, al Governatore, ai politici e agli intellettuali "foresti" che si è capaci, anche in loco, di generare linfa vitale e buone pratiche da inserire a pieno titolo nel pur encomiabile e faticoso lavoro che il manager emiliano si appresta a concludere.

Fonte: Il Vescovado

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