Tu sei qui: AttualitàQuel bisogno di tenerezza...
Inserito da (redazionelda), martedì 13 febbraio 2018 20:41:29
di Raffaele Ferraioli
L'ansia che condiziona sempre più pesantemente la nostra vita interiore può essere alleviata solo se riusciamo a soddisfare pienamente il bisogno di dolcezza che naturalmente ci portiamo dentro. Dobbiamo amare ed essere amati, sentirci desiderati, in una reciprocità di sentimenti che soddisfi la nostra fame di tenerezza e ci faccia star bene con noi stessi e con gli altri.
Questo obiettivo può essere meglio raggiunto se impariamo a tenerci per mano, a toccarci, ad accarezzarci, ad abbracciarci, a baciarci usando il linguaggio segreto dell'anima. Solo così possiamo dare una risposta a quel desiderio di tenerezza strettamente connesso agli altri due bisogni innati che ci assillano: quello dell'autostima e quello dell'appartenenza di cui parla Sigmund Freud. La qualità della nostra vita, secondo il grande psicologo austriaco, dipende dal livello di soddisfacimento di questi bisogni.
La società contemporanea, tutta presa dalla spasmodica corsa verso il benessere materiale, si occupa sempre meno di quello spirituale e ignora che la serenità d'animo è la prima condizione per la conquista della felicità. L'astenia sociale che attanaglia il villaggio globale rischia di diventare una vera e propria malattia cronica. Questa caduta di tensione rende la vita cupa, angosciosa.
Non possiamo rassegnarci a una tale condizione del vivere. Dobbiamo sforzarci di amare e di essere amati sena alcuna remora. Apriamo le porte a quella condizione psico-fisica che trascura il benessere materiale e punta su quello spirituale e sentimentale: Sforziamoci di considerare il nostro desiderio di attenzione, di premura e di tenerezza attiva e passiva non un segno di debolezza e di lascivia ma come reale esigenza dell'anima. Non è giusto continuare a bollare la dolcezza come impudicizia, lussuria, licenziosità. Non è concepibile che da un lato ci riduciamo a osservare dal buco di una serratura, da autentici guardoni, le squallide intimità di certi personaggi a dir poco mediocri e dall'altro lato a considerare le effusioni amorose come gesti di sensualità eccessiva.
E' tempo di accantonare l'ipocrisia, i falsi pudori, gli scandalismi e di rivalutare la tenerezza come percorso obbligato, vero e proprio programma di vita per la riconquista della gioia di vivere e di ritrovare la felicità perduta.
Questo è l'augurio che mi sento di poter rivolgere a tutti gli innamorati nella ricorrenza di San Valentino.
Fonte: Il Vescovado
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