Tu sei qui: AttualitàRavello sotto un diluvio
Inserito da (redazionelda), giovedì 7 novembre 2019 09:44:54
di Umberto Belpedio
Il cielo e il panorama della costiera amalfitana sono avvolti in una cappa di tristezza per la scomparsa di due elette signore, entrambe appartenenti a note e apprezzate famiglie che, tra Conca dei Marini e Positano, sono il vanto dell'industria del sole, dell'accoglienza e del turismo.
Da un capo all'altro si rincorrono ancora le voci e gli allarmi di una scossa tellurica che non ha fatto danni, nemmeno ai costoni rocciosi che si frantumato giorno per giorno, aumentando il caos e i disagi a turisti e residenti. Passata la paura, si resta con il naso all'insù dopo l'ultima allerta meteo. Per fortuna a Ravello, i danni sono limitati soltanto alla croce del Duomo.
La furia delle acque ha messo a nudo il disastro della viabilità, in particolare della Ravello Chiunzi Tramonti Maiori. Da Corbara, caratteristico paese dell'Agro, il sindaco Pentangelo minaccia di alzare un muro per vietare il transito. Nessun timore per il Presidente della Provincia, Strianese, che in compagnia di un suo fedele scudiero, se ne va in giro preelettorale con la scusa di una campagna sulla sicurezza stradale.
Un film che si ripete mentre Ravello finisce sotto un diluvio di critiche velenose a Mauro Felicori, Commissario della Fondazione, prima accusato di agire da podestà, e ora di aver inferto addirittura uno schiaffo al territorio.
Felicori avrebbe organizzato una rassegna musicale costosa e di scarso successo. Nei giorni scorsi ha firmato un provvedimento che ha provocato una voragine nelle aiuole di Villa Rufolo, prima bloccando un appalto di 100 mila euro, indetto a fine di agosto e poi sollevando dall'incarico il direttore della villa, considerato uno dei più potenti personaggi del luogo, soprattutto per la lunga milizia in movimenti e partiti , e sia per la lunga esperienza vissuta al vertice del Municipio.
Il sindaco di Ravello, come tutti ben sanno non da oggi, è un mio amico. Per sua bontà mi annovera tra gli "esternatori", anzi tra i difensori di ufficio di Felicori. Il quale, a mio avviso, non ha bisogno di avvalersi di difensori, che servono ad altri per giustificare la propria condotta, né di megafoni che qualcuno aziona per acclarate "esigenze" di famiglia.
Apprezzo il silenzio istituzionale del Commissario, ma chiedo a lui e al sindaco di Ravello che considero un saggio amministratore, oculato nella spesa pubblica, le procedure seguite per un appalto non di bruscolini a Villa Rufolo sono corrette oppure no. Rientrano nelle competenze di un funzionario? Senza fornire alcuna informazione al Commissario della Fondazione?
Interrogativi che meriterebbero risposte senza dover scomodare l'Anac dell'ex Cantone.
La vicenda è all'esame della magistratura del lavoro. Si attendono i risultati. Il lavoro e i diritti di un lavoratore sono sacri. Ma è ancora più sacro il rispetto delle regole e della legalità.
Spero che questa vicenda si concluda presto. Non importa se con un licenziato per giusta causa, con un reintegrato o con una "uscita onorevole" come da giorni ipotizzata dalle parti di Ravello e dintorni.
Ravello deve ritrovare serenità e spinta con o senza Felicori alla guida della Fondazione. Ma nulla sarà come prima. Per tutti.
Fonte: Il Vescovado
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