Tu sei qui: CronacaA "La Versione di Marte" l'anteprima nazionale del romanzo di Emanuele Tirelli
Inserito da (admin), mercoledì 12 marzo 2014 00:00:00
Venerdì 14 marzo, alle ore 19.30, “La Versione di Marte” - Libri, incontri d’autore, narrazioni, nata da un concept di Alfonso Amendola, sotto il coordinamento ed a cura di Davide Speranza, presenta il settimo libro: “Pedro Felipe” di Emanuele Tirelli (Caracò Editore). Intervengono con l’autore: Alessia Benincasa (direttore di produzione), Elio Goka (scrittore e giornalista), Mario Gelardi (editore). Letture a cura di Alessandra Ranucci ed Eva Chiorazzo.
Il primo romanzo di Emanuele Tirelli in anteprima nazionale al Marte. Un romanzo che è la narrazione di più luoghi, di più sentimenti e di più linguaggi. Dalla Spagna all’Italia e dall’Italia alla Spagna. Pedro Felipe Colella è il protagonista di questa storia, in cui il bene ed il male si incontrano tanto da vicino da non riconoscersi e da animare la vita di tutti i personaggi che si muovono intorno a lui. È il ritratto di una grande passione per una donna, per la propria famiglia, per la propria terra, per il mare che bagna tutto senza prenderlo.
Pedro Felipe Colella nasce nel quartiere spagnolo del Polve da una famiglia di origini italiane, trasferitasi per aprire un negozio di abbigliamento. Nel 1988 Pedro ha 7 anni ed i suoi genitori decidono di tornare a Milano, una città che lo accoglie già italiano e dove assiste a due eventi che gli cambieranno la vita: la morte di nonna Alba prima e quella di zia Letizia poi. Ma soprattutto, a Milano conosce Claudia, la figlia del Muchacho, anche lui emigrato dalla Spagna: da quel momento gli avvenimenti precipitano inesorabilmente.
«Questo è il classico romanzo nel cassetto. L’ho finito di scrivere prima di cominciare a lavorare su testi teatrali, ma non l’ho mai inviato ad una casa editrice. Solo dopo gli apprezzamenti ed i primi successi come autore teatrale, ho pensato di farlo leggere ad un editore», racconta Tirelli. Drammaturgo, scrittore, giornalista, Tirelli si divide tra la scrittura drammaturgica e la narrativa pura. «Nella narrativa sei a tu per tu con il lettore, non esiste un intermediario come nel teatro, dove gli attori interpretano le tue parole. Ciò che teatro e narrativa hanno in comune è senz’altro la musicalità delle parole, che per me, insieme alla struttura, è una parte fondamentale nel lavoro di scrittura».
Il manoscritto è stato letto anche da uno degli editori spagnoli più apprezzati, José Vicente Quirante Rives, direttore della casa editrice Partenope (Alicante - Spagna), il quale del romanzo dell’autore napoletano ha scritto: «Pedro Felipe è uno che chiude gli occhi per non vedere. Chiude gli occhi mentre si afferra al passato e si illude che così possa fuggire al dolore. Pedro è nato in Spagna, si trasferisce poi a Milano con i suoi genitori, ma lo segna per sempre la sua città, come nella poesia di Kavafis (invecchierai nello stesso quartiere… sempre farai capo a questa città). Pedro spesso non fa le scelte giuste, ma uno arriva alla vita senza libretto di istruzione. Lui stenta a vivere come stentiamo noi tutti e perciò è vivo. Lo accompagniamo, fin dalla nascita, nelle sue incertezze, le sue paure, il suo amore. Emanuele Tirelli ha scritto una storia senza effetti speciali, con il gusto dolceamaro della vita vera. La sua scrittura è umile e lo ritengo un grande merito, perché umile doveva essere l’approccio a quel grande mistero che chiamiamo vita e che Pedro Felipe prova a decifrare. Come tutti noi».
Davide Speranza, addetto stampa MARTE Mediateca
Fonte: Il Portico
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