Tu sei qui: CronacaAllarme cocaina, grave uno studente cavese
Inserito da (admin), lunedì 9 febbraio 2009 00:00:00
È balzata in primo piano per alcuni recenti fatti di cronaca, ma in realtà si tratta di una presenza costante, pericolosa e piuttosto diffusa anche a Cava de’Tirreni. Parliamo della cocaina, principio attivo elaborato dalle foglie di coca che agisce su numerosi sistemi di neurotrasmissione. Il fenomeno, purtroppo, è in continua crescita e riguarda soprattutto i giovanissimi.
Grande paura nei giorni scorsi per uno studente cavese 24enne, ricoverato d’urgenza all’ospedale “Santa Maria dell’Olmo”. I sintomi mostrati, tra cui respiro affannoso, dolori e tachicardia, hanno subito fatto sospettare un infarto.
I medici hanno prontamente compreso che qualcosa aveva provocato l’attacco. Tenuto sotto controllo per tutta la notte, lo screening tossicologico ha rilevato la presenza di droghe nel sangue. Ed il ragazzo, dopo l’iniziale imbarazzo, ha confessato di aver assunto cocaina.
Fortunatamente il giovane si è ripreso senza gravi conseguenze e, soprattutto, senza ripercussioni sul muscolo cardiaco. Ma questo non è stato certo l’unico caso recente di malore conseguente all’assunzione di droga. Nell’ultimo mese a Cava de’Tirreni si sono già registrati, sempre tra i giovani, altri tre casi.
Medici ed infermieri lanciano, dunque, l’allarme. A confermare l’emergenza droga anche le Forze dell’Ordine, che in più occasioni hanno sequestrato ingenti quantità di stupefacenti. A favorire la diffusione della cocaina è anche il costo relativamente basso, accessibile quindi alle tasche di qualsiasi giovane.
La cocaina è molto più pericolosa di quanto si possa credere, pertanto è doveroso dare un’adeguata informazione. Sniffarla anche una sola volta può generare dipendenza, provocare gravi danni al cervello ed al cuore. L’infarto del miocardio, un arresto cardiaco o un ictus cerebrale tra le gravissime patologie in cui può incorrere chi fa uso di cocaina. Effetti, questi, che non si verificano necessariamente nel lungo periodo né a seguito di un’overdose, ma possono sopraggiungere anche al primo utilizzo.
Fonte: Il Portico
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