Tu sei qui: CronacaAmalfi, all'ufficio turistico non sapevano della tassa di soggiorno. Equivoco con vacanzieri stranieri
Inserito da (redazionelda), giovedì 17 settembre 2015 10:37:09
Ad Amalfi due turisti stranieri dopo aver terminano la permanenza ha pagato regolarmente il conto, comprensivo di tassa di soggiorno. Poi, poi una volta fuori dall'albergo si sono recati presso l'Azienda di Soggiorno e Turismo per chiedere se il balzello era dovuto. Quell'esborso, sommato al conto della vacanza, non li ha convinti al punto da chiedere lumi al bureau dell'ufficio di viale delle Repubbliche Marinare dove si sono sentiti dir che quella «city tax» di cui parlavano non esisteva. A darne notizia Il Mattino in un articolo a firma di Mario Amodio.
Già, proprio così: a sorpresa gli rispondono di no. E così, per quel balzello, istituito dal comune a inizio anno, si è rischiato l'incidente diplomatico. Perché non c'è nulla di peggio per un turista che sentirsi truffato. E così i clienti sono tornati in hotel accusando l'albergatore di avergli rubato i soldi, ignari dell'esistenza della tassa. Dal bureau della struttura ricettiva con pazienza e garbo è stato spiegato l'equivoco risoltosi con una stretta di mano. Ma subito dopo è montata la polemica soprattutto quando dall'associazione albergatori è stato chiesto conto e ragione dell'accaduto.
«Dall'altro capo del telefono hanno risposto che il Comune non li ha mai avvisati dell'obbligo di pagamento della tassa di soggiorno» tuona il presidente del consorzio Amalfi di Qualità, Gennaro Pisacane . A confermare il tono della risposta è anche il direttore dell'Azienda di Amalfi, Gaetano Frate, secondo cui effettivamente il comune non ha mai informato l'azienda.
«Il comune di Amalfi non ci ha mai informati di questo e risulta difficile riuscire a trovare informazioni - avverte Frate intervistato da Amodio - Comunque sia le nostre attività sono ormai sottodimensionate: le persone al pubblico sono ragazzi universitari che svolgono tirocinio gratuito. In altri tempi non sarebbe successo. Sono gli effetti dello scioglimento a cui siamo ormai soggetti».
Fonte: Il Vescovado
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